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JAMES CHRISTIAN – Craving

James Christian, voce degli House Of Lords ed artista dalle mille sfaccettature, presenta il suo quarto lavoro da solista, “Craving”, con un titolo molto esplicativo, per un lavoro “bramato” soprattutto dai fan, visto che la cadenza delle sue release non è molto frequente.
Personalmente condivido la scelta del singer nell’allungamento delle tempistiche, accumulando più idee e situazioni compositive, piuttosto che sfornare un album all’anno (quasi inutilmente direi) per tentare di non fermare il meccanismo commerciale.
In ogni caso, già da un primo ascolto, è chiaro e tondo che James se ne frega delle intro varie e va dritto al punto, come per comunicare all’ascoltatore: “Quest’album suonerà così!”, aprendo le danze con un brano,”Heaven Is a Place in Hell” che tuttavia reputo come di passaggio, perchè a seguire abbiamo finalmente una degna apertura con “Wild Boys”, dove troviamo tutto lo stile di un’intera epoca riassunto in pochi minuti ed adornato da piccole finezze stilistiche.

Nonostante questo slancio di energia, “Craving”, pezzo lento, arriva a mio avviso nel punto sbagliato; avrei fatto passare qualche brano in più, piuttosto che segnare un elettrocardiogramma dalla forma di una montagna, tanto per descrivere la sensazione alternata in continuazione tra ritmiche più sostenute ed altre tipicamente da ballad.
“Sidewinder” è invece il secondo brano che attira la mia attenzione, forse perchè anch’esso energico, rockeggiante e davvero valido a livello di struttura; ma attenzione, sembra che l’album si stia risvegliando proprio in questo punto, perchè anche “I won’t Cry” non è niente male e l’interpretazione vocale viene percepita in maniera molto profonda. Si torna a discendere la montagna su “If There’s a God”, che purtroppo considero un brano abbastanza inutile, ma per fortuna poi, si risale subito. “Love Is the Answer” infatti è il pezzone tipico da riproporre durante l’attività live, scioglicuore per tutti i nostalgici dei beneamati anni ’80.
Corposissimo anche il seguente “Black Wasn’t Black”, è come se il centro di questo “Craving” fosse pienamente concentrato dopo la prima manciata di pezzi, con una partenza un po’ in ritardo che non andrà però a deludere l’ascoltatore attento. “Amen” è invece un altro brano che già dal titolo anticipa la chiusura dell’opera (anche per i meno sagaci), ma che secondo me avrebbe potuto far bella figura con una struttura e non buttato giù così, forse troppo di fretta.

Tirando le somme, ritengo dunque che le basi ci siano, è inevitabile, ma che le possibilità di fare qualcosa di ancor superiore e alla pari del suo nome, James le abbia sempre. Per un prossimo capitolo però, bisognerebbe sfruttare quei punti salienti che emergono fuori con passione nei brani già citati, che meritano un grande encomio e che potrebbero segnare una presenza più marcata e numerosa anche in futuro.

  • 7,5/10

  • JAMES CHRISTIAN - Craving

  • Tracklist

    01. Heaven Is a Place in Hell
    02. Wild Boys
    03. Craving
    04. Jesus Wept
    05. World Of Possibility
    06. Sidewinder
    07. I won’t Cry
    08. If There’s a God
    09. Love Is the Answer
    10. Black Wasn’t Black
    11. Amen


  • Lineup

    James Christian: Lead Vocal, Acoustic Guitar, Background Vocals 
    Billy Seidman: Additional Acoustic Guitars 
    Tommy Denander: Guitars, Bass, Keys (Wild Boys, Love Is The Answer, Sidewinder, I Won’t Cry) 
    Jimi Bell: Guitars (Black Wasn’t Black)
    Pete Alpenborg: Guitars and Bass (Jesus Wept) 
    Alessandro Del Vecchio: Keyboards (Jesus Wept) 
    Clif Magness: All Instruments (Craving) 
    Josh Freese: Drums (Craving)