Quando si ascolta una qualsiasi cantante per radio, mentre si fanno le pulizie di primavera o in coda in macchina mentre si va a lavoro, ciò che si ricerca è la timbrica vocale; al di là dell’intonazione o delle evoluzioni, il primo passo è sicuramente l’emozione che una voce riesce a farci salire lungo la schiena.
Katie Melua possiede una di quelle voci che ti catturano e ti avvolgono di luce; chi sia non è un segreto, visto il successo che ha riscosso in tutto il mondo, ma in particolare in Gran Bretagna e nell’est Europa. ”Secret Symphony” è il suo quinto album in dieci anni di ascendente carriera, ed anche in questo caso infarcisce una scaletta di inediti qualitativamente paritari ai brani di artisti famosi riarrangiati (dal background della stessa Katie).
La cantante georgiana pone in primo piano il concetto di atmosfera, riuscendo a dare al platter una sensibilità intima difficilmente riscontrabile altrove. Prodotto come sempre a quattro mani con il fido Mike Batt (autore, tra l’altro, anche degli inediti del disco), “Secret Symphony” vi prende per mano e vi accompagna dolcemente in contesti ambient, pop, swing e beat.
Ascoltatevi ovviamente le versioni di “Nobody Knows You When You’re Down And Out” (Jimmy Cox), di “Moonshine” (Fran Healy) o di “All Over The World” (Françoise Hardy), ma non scordate di lasciarvi trascinare anche dal singolone “Better Than A Dream”, dalla fumosa “Heartstring” o delle più orecchiabili “The Cry Of The Lone Wolf” e “Secret Symphony”. Da applausi le performance della cantante in “Gold In Them Hills” e nella autobiografica “Forgetting All My Troubles”, dove la dolce Katie raggiunge il picco più alto per pathos e interpretazione.
Un disco per tutti, al di là dell’essere metallari o meno. Qualche volta non fa male uscire dal proprio sentiero ed esplorare valli sconosciute. Katie Melua ha realizzato l’ennesimo capitolo trionfante di purezza e naturalezza, ingredienti che è sempre più difficile riscontrare nel music businness di un certo livello.