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LAAZ ROCKIT – No Stranger To Danger

Correva l’anno 1985, il mondo del metal in fermento per il tumultuoso emergere del thrash, da lì a poco trend dominante del mercato; tra i tanti act sulla rampa di lancio, anche gli autori del qui presente No Stranger To Danger, i Laaz Rockit. La band di Oakland approderà a sonorità prettamente thrash solo in un secondo tempo, pur essendo partita prima di tutti gli altri, Metallica compresi. Nei primi anni di carriera la band americana, che in carriera ha spesso mutato rotta in fatto di sound, stava in mezzo al guado tra il classico suono inglese, mutuato dalla NWOBHM e dai Judas Priest, e qualche timido tentativo di indurirsi e virare decisamente verso sonorità più estreme.
Dopo un convincente esordio, City’s Gonna Burn, uscito nel 1984, il gruppo californiano dà alle stampe No Stranger To Danger, oggi ristampato dalla Massacre con l’aggiunta di un paio di canzoni dal vivo. Una cover tamarrissima, raffigurante i cinque musicisti vestiti coi tipici indumenti usati in scena dalle band degli anni ’80, introduce a un platter interessante, in seconda fila rispetto ai grandi capolavori del periodo e anche in confronto a certi classici minori rivalutati nel corso dei lustri, ma lo stesso meritevole di ascolto, dato che rappresenta un esempio lampante di quelle che erano le tendenze musicali di quegli anni.
L’opener Dreams Die Hard guarda con nostalgia ai Priest degli anni ’70, con il suo ritornello leggero leggero e i coretti a puntellarlo e a rinforzarne l’effetto. Già dalla seconda traccia, I’ve Got The Time, si iniziano a udire chitarre più potenti, maggiore aggressività, gli assoli sono taglienti e insistono su duelli delle sei corde che dal terzo disco saranno decisamente più esasperati. Town To Town ritorna precipitosamente a un metal molto vintage e anthemico, incentrato in questo caso su un bel riff arpeggiato e da un chorus ben calibrato dal ruvido Michael Coons. I Laaz Rocket in versione thrashers si possono cominciare a immaginare in Backbreaker, non a caso una delle song migliori del lotto, e a tratti anche in Off The Deep End. Altre track, penso a Stand Alone, o Tonight Alive, sono invece un’ideale via di mezzo tra l’agire ignorante e guerrafondaio di Know Your Enemy e Annihilation Principle e il metal vecchio stampo delle band al di là dell’oceano, nella vecchia Europa. Detto che in questo cd suonavano quattro quinti della line-up attuale, con la sola eccezione del batterista Victor Agnello, oggi non più in formazione, e di una discreta qualità di registrazione delle tracce live, invito a dare una ripassata a questo pezzo di storia dell’heavy metal. State certi che non avrete buttato via il vostro tempo.

  • 7,5/10

  • LAAZ ROCKIT - No Stranger To Danger

  • Tracklist

    01. Awareness
    02. Mystic Interiors
    03. Terror Haza
    04. The Temple Of Vandora
    05. Ante Tentora
    06. Across Elysian Fields
    07. The Fall Of The Vector
    08. Secret Gateway
    09. The Last City


  • Lineup

    Marco Sgubin – Tastiere
    Gabriele Pala – Chitarra
    Marco Firman – Basso
    Carlo Simeoni – Batteria