Risulta davvero difficile etichettare sotto un solo genere “If I’m The Devil“, perchè se è vero che i Letlive hanno sfornato tre album di Post-hardcore e che continuano ad essere catalogati in questa corrente, è vero anche che nel loro quarto album di Post-hardcore c’è davvero poco.
C’è moltissimo altro però, un vero e proprio calderone di stili ed influenze, con un Jason Aalon Butler ispirato e deciso a sperimentare con la sua voce territori finora inesplorati.
Strana la sensazione di spiazzamento che deriva dalla dolcezza di “I’ve Learned To Love Myself“, un pezzo efficace ed intenso, che mai ci saremmo aspettati in apertura di un album dei Letlive. In “Nü Romantics” e “Good Mourning, America” emergono il carattere e l’attitudine del passato, ma il senso di novità e sperimentazione dilaga ed è davvero la caratteristica principale dell’album. La bellissima “Who You Are Not” è un altro episodio completamente nuovo ed inaspettato, dove ancora una volta colpisce l’intimità creata dalla voce di Butler.
Forse la parte più ancorata al passato si trova nella doppietta “Elephant” e “Another Offensive Song“, ma pezzi come “A Weak Ago“, che sconfina nel grunge, o come “Foreign Cab Rides“, dall’andatura innegabilmente pop rock, ci fanno scoprire un gruppo che non ha paura di mettersi a nudo, rischiando davvero di stravolgere completamente la loro stessa natura.
“If I’m The Devil” è un album che faticherà moltissimo a trovar spazio nel cuore dei fans dei Letlive, ma è anche un ottimo album con moltissimi spunti interessanti, da scoprire senza pregiudizi e da ascoltare senza sovrastrutture.