Se, paradossalmente, togliessimo quel velo professionale/pecuniario la musica potrebbe davvero esemplificare il concetto di libertà…l’avvento del fenomeno ‘rockstar’ ha un po’ sacrificato quella visione rosea di questa forma d’arte, svilendone alcuni aspetti in favore di un rendiconto sia in termini economici che di fama; ma sarebbe bello, per una volta almeno, riabbracciare quella sensazione profonda che sta alla base della passione.
I Light & Shade provano ad essere liberi…il nuovo progetto di Marco Pastorino che annovera anche il fido compagno Luca Negro, il piovrone Axel Landenburg e le corde vocali di Adrienne Cowan sono un esempio di come si possa aspirare ad una forma di espressione artistica con il minor numero di paletti possibile, imbastendo un songwriting difficilmente catalogabile…influenze dal metal, dal rock, dalla musica americana e dall’aor si palesano ovunque in queste dieci songs, tracciando un excursus il cui approccio non è così immediato. Il risultato di tanta fatica rimane comunque altalenante e non convincente al 100% ma si pone senza dubbio come un incipit onesto verso un futuro indiscutibilmente promettente.
La produzione è bilanciata e accuratamente sviluppata, capacità che dona alle strutture un tiro innegabile; i suoni sono puliti e limpidi, assemblati e studiati in modo maniacale, mentre le performance denotano una cura verso il particolare che palesa l’enorme professionalità; la camaleontica Adrienne è il vero fiore all’occhiello di questo debut, dedita a catapultarsi in universi canori diametralmente opposti senza perdere un grammo della teatralità che la caratterizza.
“Essence Of You” è una intro dai toni delicati e soffusi atta a permettere l’ingresso nel mondo Light & Shade…”Drown In The Absurdity” apre sferzando metal a destra e manca, catalizzando l’ascoltatore grazie al ruvido vocalism e all’incessante lavoro ritmico; “Spirit Of Anne” ci porta in un universo melodico ma è con la spumeggiante “Burned”, la più devota “You Are” e l’elegante “Meet Me In Summer” che cogliamo l’essenza della ‘frivolezza’ compositiva del quartetto. “Brokenhearted” impone toni più epici (probabilmente il picco più alto raggiunto dalla voce di Adrienne), “Lionhearted” induce in un universo acustico dal forte sapore commerciale mentre il duo “Wander So Far”/”Welcome The Cold” appare piatto e non alimentato dalla magia fin qui sprigionata…chiude la titletrack ‘The Essence Of Everything‘, dove il livello si alza nuovamente ma senza toccare il gusto e l’acume dei primi otto solchi.
A qualcuno potrebbe sorgere una domanda spontanea: abbiamo bisogno di un act come questo oggigiorno? La risposta è si…la capacità di eliminare le catene (pur rispettando certe regole base) va ben oltre il concetto puro di libertà, tramutandosi armoniosamente in quella felicità che tutti, band e fan, cercano nella musica. Mi auguro solamente che i Light & Shade procedano in questa direzione.