Capita a volte di trovarsi di fronte ad esemble di artisti talmente poliedrici (definirli semplicemente una band sarebbe riduttivo) da trascendere i confini della musica come viene comunemente definita per protarla ad un altro livello, non per forza superiore, semplicemente diverso. I Locrian sono un terzetto americano dedito ad un drone ambient talvolta molto oscuro ed asfissiante, soprattutto quando va a lambire il black metal, altre volte (rarissime) quasi solare nella sua riflessività, in tutti i casi mai banale. Il doppio album The Clearing & Final epoch (ma ultimamente la Relapse ci sta prendendo gusto?) si rivela essere ascolto dopo ascolto un lavoro sorprendentemente vario, mutevole e privo di facili concessioni verso l’ascoltatore “medio”, dispiegandosi quindi in una ostilità e difficoltà che non vengono mai smussate e che richiedono una certa intelligenza da parte di chi ha il coraggio di approcciarvisi. I brani sono lunghissimi, sostanzialmente strumentali se non per qualche piccola intrusione vocale in pochi isolati casi in cui comunque va ad arricchire il climax della composizione. C’è veramente tanta carne al fuoco in ogni pezzo dei Locrian, capaci di passare da un brano come l’opener “Chalk point” che può essere considerato come uno dei più positivi dell’intero album, con strumenti ortodossi a costituirne la struttura scheletrica e un filo logico che comunque può essere seguito, ad altri dove ogni schema viene abbandonato e ci si lancia verso territori magari non originalissimi ma comunque evocativi. Quantomeno per chi ha gusti veramente forti. Le rare quanto azzeccate incursioni nel black metal, per quanto vadano a toccare zone già parzialmente esplorate dallo Xasthur più recente, sono veramente dei piccoli gioielli di malessere e schizofrenia, con urla agghiaccianti che si stagliano su tappeti di drone e synth gelidi e disturbanti. Tappeti sonori che a volte risultano essere fin troppo prolungati e rischiano di diventare solamente un estremo esercizio di stile nella ricerca di un’eventuale induzione nell’ascoltatore di uno stato di trance, ma che rendono a conti fatti la musica dei Locrian una non-musica, ma solo una reiterazione costante di note che alla lunga annoia chi non vive solo di pane e ambient. Come detto in apertura, The cleaning & final epoch è un album ostico ed estremamamente complesso che potrà essere apprezzato parecchio da chi ama un certo dipo di musica che viene destrutturata dalla sua forma canonica per indurre stati psichici alterati. Per molti sarà un bad trip infinito, per altri un sottofondo evocativo ottimo per visulizzare immagini più o meno disturbate. A Modena c’è un detto che dice bene o male che ognuno ha le sue passioni (non proprio tradotto alla lettera), quindi chi ama le visioni forti di filmakers come il criptico Noè sguazzerà anche in questi suoni. Guardando però obiettivamente questo album non si può dire che sia pienamente riuscito, in quanto veramente troppo prolisso e a tratti auto indulgente ed irritante, anche se in alcuni passaggi si toccano grandi vette, sostanzialmente quando il concetto di musica viene minimamente preso in considerazione. L’impressione comunque è che tutto sia esattamente come i Locrian lo hanno pensato e studiato in fase di composizione prima e di realizzazione poi, quindi quantomeno come approccio filosofico l’opera può dirsi pienamente riuscita.
LOCRIAN – The clearing & Final epoch
LOCRIAN - The clearing & Final epoch
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Tracklist
THE CLEARING1. Chalk point2. Augury in an evaporating tower3. Coprolite4. The clearingTHE FINAL EPOCH1. The final epoch2. On a calcified shore3. Omega vapors4. Falling towers5. After the torchlight
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Lineup
André Foisy. chitarra, bassoTerence Hannum. synths, voceSteven Hess. batteria, percussioni
- GenereDrone/Dark ambient/Black metal
- Anno2012
- Casa discograficaRelapse Records
- Websitehttp://www.facebook.com/LocrianOfficial