Un sound particolare quello dei Mastercastle, capace di attirare l’attenzione dei nostalgici fan dei Nightwish ai tempi di Annette, ma non solo. Un mix perfetto tra Metal melodico ed Heavy Metal. Ritornelli orecchiabili e parti strumentali con elementi elettronici ne favoriscono l’ascolto. Un chiaro esempio di tutto ciò è la seconda traccia dell’album, “Space of Variations”, caratterizzata appunto da un ritornello corale e le tastiere tipiche di quel Symphonic Metal che tanto piace agli ascoltatori.
Tra tutti i membri della band spunta l’incredibile bravura e l’indiscutibile talento del chitarrista Pier Gonella, che abbiamo già rivisto assieme a band del calibro di Labyrinth e Necrodeath. Una tecnica superlativa, tante influenze e degli assoli degni dei grandi nomi del Metal. Una qualità che esprime al meglio in “Castle in the Sky”, l’unico pezzo strumentale del disco, che è però capace di lasciare chiunque a bocca aperta.
Per il resto, tutto ruota attorno alla voce di Giorgia Gueglio: chiodo fisso della band attorno alla quale vengono scritti dei brani pazzeschi.
Un’altro fattore che rende questo disco fantastico è il “dialogo” continuo tra chitarra ed elettronica, come ad esempio in “Drink of Me” e “Shine on me”.
“Making Love” invece è probabilmente la traccia del disco con più possibilità di rimanere in testa all’ascoltatore. È particolarmente interessante il lavoro che il gruppo ha svolto su questo classico di Yngwie Malmsteen, con un’interpretazione che anche il fan più accanito delle vecchie glorie non può non apprezzare. Un mix perfetto tra passato, presente e futuro della musica.