Imparare ad amare una band è qualcosa che richiede una passione profonda; se da un punto di vista pratico questa forma d’arte aiuta a rilassare i nervi e liberare la mente, dal lato meramente romantico può far scaturire un sentimento che accende il cuore, regalando brividi a gogo lungo la spina dorsale…succede, specie se la naturale inclinazione alle emozioni non è irriparabilmente assopita.
Con i My Sleeping Karma non si ha scelta, o si amano o si odiano…gli anni di esperienza e il sacrosanto ‘mazzo’ che il combo tedesco si è volutamente fatto hanno portato la proposta della band a livelli sempre superiori, provando a raggiungere quel ‘karma’ musicale che il loro stesso monicker richiama a gran voce. Qui, per la prima volta possiamo osservarne le gesta on stage, rilevando che i sofismi strumentali di cui sono adepti possiedono un fascino ammaliante anche in sede live. Stoner, rock, desert e tanta malinconia indo/mediorientale si intrecciano con piglio focoso ed energico, plasmando un ensemble visionario che catalizza i sensi.
In termini tecnici le dieci tracce usufruiscono di un sound compatto e vitale in cui il mixing riesce a mantenere pulsanti sia le dinamiche che il motore ritmico; momenti come “Enigma42” “Ephedra” e “Akasha” sapranno abbracciarvi sinuosamente e portarvi lontano su onde magiche, mentre capitoli come “Prithvi” “Vayu” e le immortali “Brahama” e “Hymn72” daranno il colpo di grazia a quei pochi prescelti che possiedono il dono della visualizzazione mentale, lasciandoli liberi di volare in universi mistici e fuorvianti.
Di più ai My Sleeping Karma non si può chiedere…che ne siate infatuati o meno non potrete sminuire il valore di una band che ha scelto un percorso evolutivo complesso e selettivo, e che in questo live conferma la propria caratura e la volontà di allargare ulteriormente il fumoso universo.
