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NACHTVORST – Silence

L’Arte, e nel nostro specifico caso la musica, è una cosa meravigliosa perché sa sempre sorprendere e arricchire la vita. I Nachtvorst sono uno di quei gruppi che interpreta la musica come arte di altissimo livello, trascendendo generi e definizioni per andare a creare qualcosa di realmente emozionante e toccante. Partendo dal black metal, genere che oggi come non mai è la base di mille sperimentazioni, il duo olandese si avventura in territori prevalentemente sludge e doom, anche se a volte si avvertono anche passaggi post-rock. Per rendere un po’ il concetto, è come se Isis e Neurosis improvvisamente si innnamorassero del black atmosferico e decidessero di jammare insieme. E anche con questa metafora difficilmente si riesce ad inquadrare l’universo Nachtvorst senza attenti ascolti, perché il duo filosoficamente si ispira a Kant e vorrebbe trasmettere l’immensità del suo sublime in musica. Anche per questo Silence è un disco lontanissimo dai tipici canoni black, dove spesso freddezza e confusione musicale dominano; qua i suoni sono caldi, pieni e definiti, quasi retrò nella loro intensità analogica, perfetti per accompagnare le canzoni che vivono spesso di crescendo emotivi che vengono esaltati da una produzione veramente eccellente. Se Erghal si rivela un cantante eccellente, intenso e profondo in ogni stile che decida di abbracciare, altrettanto si può dire di Leopold, polistrumentista di livello assoluto che ho apprezzato particolarmente alla batteria, suonata con tecnica e fantasia. A livello compositivo Silence è uno degli album più completi che abbia mai sentito, ogni canzone rappresenta quasi un capitolo a sè e spesso ci sono parecchi cambi di registro all’interno di ogni singolo brano; questa generale eterogeneità però non influisce negativamente sulla fruibilità dell’album, lo stile dei Nachtvorst fa sì che l’ascolto proceda fluido e senza momenti di noia. L’iniziale “The serpent’s tongue” è il brano che mi ha fatto cadere la mascella al primo ascolto, puro sludge lento e bollente come lava, in cui Erghal dimostra la sua versatilità con un growl catramoso come se fosse nato a New Orleans. Ma i Nachtvorst dimostrano il loro estro trasformando il brano con arpeggi che richiamano quasi il post-hardcore per poi farlo sfumare dolcemente col pianoforte che sfocerà nella successiva “After…”, brano molto dolce e malinconico, anche grazie agli archi che fanno capolino. Il capolavoro arriva con “Gentle notice of a final breath”, brano dalla struttura quantomai particolare e ricercata. La prima parte è prettamente post-rock, molto bassocentrica, con uno screaming straziante in sottofondo in contrapposizione con la musica molto eterea, mentre nella parte centrale c’è una esplosione di suono, un po’ prevedibile ma comunque molto intensa; la parte migliore è comunque il finale, una parte strumentale che è tutta un crescendo di un’intensità sorprendente, quasi da togliere il fiato. Geniale il modo in cui il brano si ferma proprio nel momento di pathos assoluto per dare spazio ad una breve composizione di clavicembalo con scroscio di pioggia in sottofondo, sostanzialmente un momento per tirare il fiato prima della conclusiva “A way of silence”. Nei quasi 15 minuti che la contraddistinguono, i Nachtvorst fanno un po’ la summa di tutto quello che li contraddistingue, sperimentando con doom ed un pizzico di psichedelia fino ad arrivare al finale in cui si concedono ad una liberatoria e velocissima scheggia di black metale efferato. Arrivati in fondo, l’impressione è quella di avere appena finito un bellissimo viaggio, in cui gli olandesi gli hanno preso per mano per mostrarci come si possono completamente stravolgere i limti di un genere musicale e quali orizzonti si possono toccare avendo il coraggio di sperimentare senza porsi inutili barriere mentali. Ennesimo centro anche per la Code666, etichetta nostrana (ci tengo a farlo notare nonostante io sia tutt’altro che un patriota) che ultimamente non sbaglia un colpo. Esemplare il loro cammino che li porta a pescare realtà misconosciute dell’underground mondiale e a produrre sempre dischi di una qualità assoluta.

  • 8,5/10

  • NACHTVORST - Silence

  • Tracklist
    1. The serpent's tongue
    2. After...
    3. Nightwinds
    4. Gentle notice of a final breath
    5. ...before
    6. A way of silence

  • Lineup
    Erghal. voce
    Leopold. tutti gli strumenti