I No way out from madness sono giovani, con il look giusto e vengono dalla riviera romagnola. Indovinate un po’ cosa suonano? Se qualcuno ha pensato depressive black, evidentemente non ha mai fatto un giro in romagna nell’ultimo periodo.
I ravennati suonano metalcore ed hanno deciso di far uscire un EP di quattro brani in formato unicamente digitale per continuare a battere il ferro finchè è caldo a distanza di un annetto dal loro ultimo full length. I quattro brani non sono affatto male, suonati bene e registrati molto professionalmente, anche se non riescono a fare emergere i cinque ragazzi nel mare di band dal suono simile al loro. Se da un lato i No way out from madness puntano sulla rabbia e sfrontatezza di band come Parkway Drive e Killswitch Engage, dall’altro non mancano ovviamente i ritornelli melodici e facilmente orecchiabili, che nel caso dei ravennati puntano molto più sul lato scanzonato e frivolo che su quello emo strappalacrime. Infatti tutto il dischetto della band non sembra nato sotto l’auspicio di esprimere intenti filosofici o profondi, ma di divertire e far muovere il collo (e anche qualche calcio volante per i più giovani, concediamolo!). I riffoni di chitarra sono semplici ma d’impatto, la batteria delinea i soliti cambi di ritmo con la giusta perizia e le voci si alternano tra growl e clean come da copione. In questo EP ci troverete quindi tutto quello che vi potete aspettare da un gruppo metalcore odierno, l’unica cosa che davvero sorprende è una produzione davvero a livelli altissimi per una band italiana del genere.
Per ora sufficenza conquistata per i ravennati, ma per il prossimo album ci vogliono idee, magari proseguendo con quella spruzzata di elettronica presente nel brano conclusivo “Oceano” qualche buon risultato può venire fuori.