Se ascoltaste i Palace bendati, senza sapere niente della band, non esitereste nemmeno un secondo ad indicarne l’origine geografica: Svezia, cresciuti a pane ed Europe. Ma per fortuna non c’è solo questo nell’album di debutto “Master of the Universe“, che si presenta con una grandissima attitudine, un’ottima produzione che rende le tastiere regine incontrastate della scena. Il frontman Michael Palace, che vanta numerose collaborazioni con First Signal, Cry of Dawn, Kryptonite e Toby Hitchcock, qui fa un ottimo lavoro alla chitarra e un discreto lavoro alla voce, per un risultato finale complessivimamente apprezzabile.
“Master Of The Universe” è un timido inizio che tributa il suo obolo ai Journey, mentre decisamente più vivace e convincente è la successiva “Cool Running“. Ottantiana ed accattivante la melodia di “Man Behind the Gun“, mentre “Part Of Me” è una dichiarazione d’amore appassionata ai Whitesnake. Troviamo più solidità in episodi come “No Exit” e “Matter In Hand”, mentre l’anima pop di “Rules Of The Game” e “She Said It’s Over” allegerisce la portata dell’intero album.
Il pubblico di riferimento dei Palace è chiaramente quello degli amanti più nostalgici degli anni ’80, ma il disco risulterà gradevole anche per chi cerca un ascolto leggero, arioso, radiofonico.