Sembra sia indispensabile, arrivati ad un certo punto della propria carriera (e dopo aver venduto milionate di dischi), mettersi a tavolino e gestire i cosidetti ‘best of’. Che sia un’operazione ‘comandata’ dalla casa discografica, un momento di riflessione o un semplice modo per farsi conoscere da chi nemmeno sa pronunciarne il nome (tralascio il mero discorso pecuniario), le ‘raccolte’ sembrano essere un modo per rinverdire vecchie glorie.
Nel caso di Richard Marx (ma anche di moltissimi altri), il best of permette di mettere al posto giusto qualche tassello che in passato non era stato ben sistemato. Il modo migliore? Semplicemente raccogliere una ventina di hits, ridare una spolverata alla produzione (in alcuni casi) o alle strutture (in altri), aggiungere quattro inediti e servire ai propri fans il piatto ricco…niente di più, niente di meno. Da un personaggio che nella propria vita ha rappresentato una delle icone dell’AOR mondiale e che ha potuto ‘lavorare’ con grandi della musica come Barbra Streisand e Elton John, si sa cosa aspettarsi: canzoni orecchiabili, bei coretti mansueti e una manciata di lyrics da cantare a squarciagola nei momenti di relax.
“Inside My Head” racchiude in uno scrigno prezioso canzoni come “Like Heaven”, “Don’t Mean Nothing” e “Keep Coming Back” che rappresentano il top della discografia del cantante americano; altre gemme che porto alla vostra attenzione sono “Come Running” (ricca di arrangiamenti), “Angelia” e “Take This Heart”, esempi di come un genere bistrattato come l’AOR possa risultare carico di influenze.
“Inside My Head” è un disco dedicato ai fans più stretti o a chi intende conoscere la caratura artistica di Richard Marx. Per tutti gli altri credo sia difficile concepirne il vero significato.