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RUNNING WILD – Shadowmaker

Ma i Running Wild non si erano sciolti tempo fa? Il buon vecchio Rolf non si era stufato di interpretare il corsaro a tempo pieno e voleva far qualcosa di diverso? Non si era detto che il curioso live uscito lo scorso anno avrebbe rappresentato il saluto finale ai propri fans dopo anni di onorata carriera (a dir il vero, non è che gli album del nuovo secolo siano proprio dei capolavori, ma tant’è)? Boh non capisco.

Non che i Running Wild diano fastidio all’interno del calderone metal, anzi, ma sospetto sempre un discorso commerciale quando mi sorge il sospetto che sotto vi siano geniali trovate di spudorato marketing! Ma, alla fine, sono le dieci tracce che compongono “The Shadowmaker” che interessano a noi; il disco del come back della ciurma capitanata da Rolf Kasparek è un passo avanti rispetto a quel controverso “Rogues En Vogue” di qualche annetto fa, e sinceramente credo che fosse difficile scendere ulteriormente di livello.

Il songwriting, anche nei momenti più easy, sembra tingersi di scuro e di navigare verso acque pericolosamente più darkeggianti. Giocano a favore di questa resa (del resto il titolo è tutto un programma) anche i suoni, gonfi e sudati come mai prima, e la produzione volutamente oscura e ostinatamente scarna di dinamiche. Le performance sono equilibrate, del resto nella musica dell’act tedesco il virtuosismo ha sempre lasciato il posto alla semplicità del tiro, dove anche la voce di mr. Rock’n’Rolf sembra essersi ‘invecchiata’.

“The Shadowmaker” soffre di un male comune che afflige una buona fetta di artisti negli ultimi tempi…le songs sono buone, scorrono veloci senza annoiare, ma nessun brano rimane ‘addosso’ dopo i primi due ascolti. Brani come il singolone “Riding On The Tide” o “Black Shadow” sono dei cazzotti ritmici notevoli e maturi, così come la titletrack e “Sailing Fire” fanno scuotere la testa a tempo, ma nessuna riesce a far prigionieri. La salvezza, se vogliamo, è rappresentata dalle songs più easy “I Am Who I Am” e “Me & The Boys”, veri inni da feste alcoliche e la conclusiva “Dracula” che riporta la lancetta sui fasti epicheggianti a cui la band ci aveva abituato.

“The Shadowmaker” è un disco particolare, forse partorito in questo modo per creare uno ‘stacco’ verso le passate release. Scordatevi i capolavori come “Death Or Glory” o “Under Jolly Roger”, dimenticate “Masquerade” e “Black Hand Inn” e se, come il sottoscritto, amate “The Rivalry” fate vuoto mentale: per capire “The Shadowmaker” occorre partire da 0.

  • 6,5/10

  • RUNNING WILD - Shadowmaker

  • Tracklist

    1. Piece Of The Action
    2. Riding On The Tide
    3. I Am Who I Am
    4. Black Shadow
    5. Locomotive
    6. Me & The Boys
    7. Shadowmaker
    8. Sailing Fire
    9. Into The Black
    10. Dracula


  • Lineup

    Rolf "Rock'n'Rolf" Kasparek: Guitars and Vocals
    Peter "PJ" Jordan: Guitars
    Peter Pichl: Bass
    Matthias "Metalmachine" Liebetruth: Drums