Quando si raggiungono livelli di notorietà internazionale, la posta in gioco diventa alta: l’integrità di una band è dimostrabile dalla qualità del materiale in studio e dalla verve esecutivo/visiva messa on stage, per cui un passo falso in un senso o nell’altro potrebbe portare a quello spigoloso baratro dal quale risalire è quasi sempre impossibile.
Ai Sabaton, ad ogni modo, piace rischiare. A pochi mesi dal pacchettone live “Battle In The Baltic Sea”, la band propina il sesto full lenght studio riuscendo nella difficile impresa di ‘cambiare’ qualche carta nel mazzo; in primis la band di Joakim Broden può usufruire di maggiore esperienza e di più consistenti mezzi per mettere su traccia le proprie idee, figurando un discone che a livelli di produzione non teme rivali. Il songwriting rimane sempre a cavallo tra l’heavy power metal e l’epic rock, ma spicca una maggiore propensione a rendere tutto più ‘easy oriented’, con cori molto diretti e passaggi di chitarra ruffiani ma che funzionano spudoratamente.
La coesione del sestetto arriva a livelli mai visti primi, segnale che la band ha raggiunto il picco della propria carriera. Le performance, in particolare di Daniel Mullback ai tamburi e del duo Montelius/Sunden alle asce, sono precise ma al tempo stesso ‘umane’, grazie ad un utilizzo ben ponderato delle dinamiche. Il sound che ne esce è titanicamente ‘nordico’ e non lascia scampo.
Il trio d’apertura “The Lion From The North”, “Gott Mit Uns” e “A Lifetime Of War” varrebbe da solo il prezzo del disco…ma “Carolus Rex” si compone anche di altre gemme come “The Carolean’s Prayer”, “Killing Ground” e “Poltava”, che pur apparendo più ‘normali’ come strutture e appeal, fanno saltare e gridare come ossessi. Un po’ sotto tono la sola titletrack, mentre il duo di chiusura “Long Live The King” e “Ruina Imperi” brilla per epicità e potenza. Come sempre, ogni song è arrangiata egregiamente e la costruzione dei cori rimane il punto di forza del sestetto svedese.
Se analizzato sotto un certo punto di vista “Carolus Rex” farà arricciare il naso a molti fans, dall’altro è impossibile non ammettere che si tratta del disco più completo e studiato dei Sabaton…un disco che appare fresco e frizzante ad ogni ascolto e che vi farà felici, anche dopo qualche birretta.