Prendete i dischi degli HIM, aggiungete una buona dose di suoni elettronici, un paio di linee vocali graffianti e cattive, la collaborazione di grandi nomi come Jape Peratalo (To/Die/For, nda), Juska Salminen (ex-Him, nda), Roberth Karlsson (Scar Symmetry, nda) e la coppia Morgan Lecroix/Terry Horn (Mandragora Scream, nda) ed infine mischiate il tutto fino a ritrovarvi ad avere tra le mani il primo lavoro dei giovani Sad Dolls, “Happy Deathday”.
“Happy Deathday, Dear” è un brano dall’intro totalmente elettronica, quasi mistica: il ritmo ripetuto cattura l’attenzione dell’ascoltatore facendogli perdere la cognizione del tempo e cullandolo fino alla ritmica sostenuta della prima traccia. Già dal titolo, “Killing Sorrow” riporta alla mente le canzoni d’esordio degli HIM e, a confermare la somiglianza, arriva immediatamente la profonda e imponente voce di George Downloved. La terza traccia del disco, “Bloodred”, è aperta da una vasta gamma di suoni elettronici che introducono un ritornello orecchiabile, che si riesce a memorizzare già dal primo ascolto. Questo sound e questa carica continuano così anche nel brano successivo. “Be Darkness” sembra proprio voler esaltare la passione del gruppo per i suoni elettronici che, uniti al loro particolare stile, rendono unico questo lavoro discografico; al contrario delle tracce precedenti, quest’ultima presenta una linea vocale graffiata e tendente al growl, contrapposta ad un leggero e armonioso controcanto femminile, che rende il brano elegante e grintoso al contempo.
Con “Criminal Of Love” e “The Drug” ritorniamo alla linea vocale e ai ritmi iniziali, i ritornelli orecchiabili si susseguono ad una velocità incredibile e, senza rendercene conto, ci ritroviamo a canticchiare ogni singola parola della canzone pur essendo ancora ad un primo ascolto. “Psychedelic Love” ci sorprende con un growl inaspettato, i ritmi aumentano di velocità e ci ritroviamo a trattenere il fiato per cinque minuti e, successivamente, a rimanere a bocca aperta davanti alla versatilità vocale di George Downloved. Questo cambio di stile dura poco e immediatamente veniamo riportati alla calma grazie ai brani “Dying On The Dancefloor” e “Amanda Blood”. Quest’ultima traccia ha tutte le carte in regola per poter essere il singolo di presentazione (e di lancio, volendo) dell’album, infatti racchiude in sé tutte le particolarità dell’intero lavoro.
“Embrace The Dark”, invece, vede l’entrata in scena delle tastiere che addolciscono la traccia e la fanno scivolare via cullando l’ascoltatore fino alla fine in un abbraccio nostalgico incorniciato da un intermezzo di chitarra ben costruito. “Coma Song”, poi, è una lenta ninna nanna caratterizzata dalle leggere e armoniose note del pianoforte che accompagnano perfettamente la linea vocale creando un’atmosfera dolce e rasserenante. In “Watch Me Crawl Behind”, che vede la partecipazione di Morgan Lacroix (voce dei Mandragora Scream, ndr), la voce del cantante porta con sé quell’atmosfera mistica e dark che la caratterizzano dando un tocco d’originalità alla traccia.
L’intero lavoro si conclude con un remix di “Bloodred”, eseguito dai Mandragora Scream. Per i Sad Dolls di sicuro sarà difficile conquistare i fan più legati a band come gli HIM e To/Die/For che li percepiranno come un mix di varie band già sentite e collaudate. I nostalgici come la sottoscritta, invece, lo definiranno un gran bel lavoro degno delle vecchie sonorità degli HIM.
Ai fan l’ardua sentenza. Io posso dire che, dal canto mio, ho apprezzato molto questo “ritorno alle origini”.