Terzo disco per gli svedesi Scar Symmetry, arrivati al 2008 sulla scia del buon “Pitch Black Progress”, che a sua
volta aveva seguito il misconosciuto ma comunque gradevole “Symmetric In Design”. Gli anni passano per tutti e
quindi non c’è da meravigliarsi se al posto del death metal un pò tecnicheggiante degli esordi troviamo qui una
miscela ben più ragionata e meno stereotipata.
La proposta del five-piece scandinavo potrebbe essere definita come misto fra death, progressive e power metal, ma
senza mai scadere nel solito clone dei Children Of Bodom o degli In Flames.
Dove tanti epigoni delle band sopracitate (ad esempio Norther, Mercenary, Dispatched etcetera) puntavano al power o
addirittura all’hard rock di stampo eighties per scrivere le loro melodie portanti, gli Scar Symmetry si rifanno a
certo progressive “colto”, per intenderci dai Pain Of Salvation a certi Dream Theater di vecchio stampo. Il
risutato è un solido disco di metal potente e aggressivo, ma che nasconde gelosamente i propri gioielli e li rivela
solo al pubblico capace di ulteriori ascolti.
La prima cosa che salta all’occhio (anzi, all’orecchio) fin dall’opener “Morphogenesis” è la raffinatezza degli
arrangiamenti, con tastiere (di cui, ahinoi, ignoriamo l’autore) superiori a tanti gruppi che ne fanno più largo
uso, cori maestosi nell aperture melodiche e quasi dissonanti nei momenti adatti. La voce oscilla tra un classico
growl di scuola death metal e una voce pulita davvero pregevole (una sorta di ibrido tra Soilwork e Arcturus) e si
mostra adatta a coprire una vasta di espressioni musicali davvero vastissima.
Le chitarre sono stranamente quasi in secondo piano, sovrastate dagli intrecci melodici, e il loro incessante
riffing non incide quanto potrebbe. Si nota comunque una pesante influenza degli In Flames degli ultimi dischi.
La sezione ritmica dal canto suo non sta con le mani in mano, anzi intesse una trama davvero complicata senza però
“uccidere” l’immediatezza delle canzoni. Davvero pregevoli alcuni stop’n go di chiaro stampo new metal riletti in
maniera personale e convincente.
In dischi di questo genere spesso un tasto dolente sono le parti virtuosistiche, in cui sovente vengono al pettine
le lacune tecniche dei vari componenti. In questo caso invece il quintetto dimostra di poter interpretare partiture
di grande complessità senza scadere nel tecnicismo fine a se stesso o nella sbrodolata malsteeniana. Davvero un
risultato degno di lode per una formazione che non vede ospiti illustri nelle proprie fila (solo il chitarrista
Kjellgren può vantare un passato di un certo peso, nei Carnal Forge).
Nessuna canzone può essere catalogata come “filler”, anche se purtroppo latita quel capolavoro assoluto che avrebbe
fatto di questo disco un monumento del genere. Da notare comunque il pesantissimo inizio di “Artificial Sun
Projection” (che alterna momenti melodici quasi epici e sfuriate death, per poi operare una fusione delle due metà
al limite del miracoloso) o il velocissimo attacco frontale “The Missing Coordinates”, che vanta una parte iniziale
da brividi.
L’unica vera mancanza di questo disco è forse un lento, tutti i pezzi si limitano al già noto (e comunque ottimo)
mulinare di colpi alternato a trascinanti melodie rockeggianti. Mi sento invece di complimentarmi con il gruppo per
il non aver tentato la strada della suite extra-lunga, che a mio parere rappresentava una tentazione ma anche un
grosso pericolo.
Notevoli anche gli spunti testuali, forse un po’ astrusi nel cercare di trovare un fil rouge tra fisica quantistica,
filosofie orientali e nel cercare di legare questo già pericolante castello di carte al mondo quasi orwelliano di
“Pitch Black Progress”… Spunti intelligenti e lontani da stereotipi e cliché, ma davvero troppa carne al fuoco per
un solo disco. Meglio prender nota per la prossima volta.
In definitiva un disco davvero ben fatto, testimone di un gruppo capace di creare al di fuori da tutti gli
stereotipi metal (davvero una rarità, visti i tempi che corrono) e in possesso di maturità, tecnica e ispirazione.
Se si tratti di una svolta definitiva o di un fuoco di paglia solo il tempo potrà dirlo. nel frattempo fate partire
questo “Holographic Universe” e…benvenuti al futuro
Link:
http://www.myspace.com/scarsymmetry
http://www.scarsymmetry.com/