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SECRET RULE – Machination

Nel 2015 i romani Secret Rule rilasciavano il loro primo album, “Transposed Emotions”, distribuito dalla Rocksector Records, lanciandosi sulle scene in un panorama che, sopratutto negli ultimi anni, pullula di concorrenza. Stiamo parlando infatti di quel filone di female-fronted metal con una vocalità non lirica, ma moderna, circondata da un sound compatto, moderno e con arrangiamenti che a seconda della band possono dirigersi verso il sinfonico o, come nel caso qui presente, verso sonorità attuali, che si avvicinano addirittura all’elettronica. Tutte queste band, per un motivo o per l’altro, tendono a ruotare attorno alla vocalità della front-woman del caso, a volte capace di dare un marcato surplus grazie alla propria particolarità, a volte punto negativo per mancanza di mordente, a volte elemento caratterizzante forte di personalità e di immagine. Emergere in questo contesto diventa così molto difficile, perché come per qualsiasi band, al di là del primo impatto, a creare il sound globale è l’insieme della band. Quando “quel qualcosa in più” manca, il risultato è che moltissime band che fanno questo tipo di scelta stilistica finiscono in un unico calderone dalle voci interscambiabili: la classica situazione (prendetela come battuta.. molto simile a quella della scena power-metal anni ’90) dove, tranne rare eccezioni, si ascolta un brano alla radio e non si riesce a identificare la band. Viste le premesse, arduo è il compito dei Secret Rule: ma se il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, e non si può certo dire che manchi la determinazione.Dopo il primo album sono seguite molte date non solo in Italia, ma anche in Europa, ed è evidente che la maturazione della band è andata in crescendo sotto molto punti di vista.

Machination” si presenta benissimo: una copertina favolosa, con la vocalist Angela di Vincenzo attorniata da un concept curato e ben realizzato; Herik Klingenberg (Sonata Arctica), Sander Zoer (Delain) a fare da membri fissi per l’intero album, Stefan Helleblad (Within Temptation), Timo Somers (Delain) e Fabio d’Amore (Serenity) tra gli ospiti; Tue Madsen (The Haunted, Moonspell, Dark Tranquillity) a produrre il lavoro. Anche il primo impatto è notevole: belli i suoni di tastiera con cui ci si imbatte nella opener “Ex-Machina”, ottimo sound generale, arrangiamenti curati.

…Eppure…

Assieme allo splendido “primo impatto” appaiono anche le prime perplessità: nonostante Angela canti benissimo, pesa fin da subito una dizione inglese “a metà”, ossia curatissima in alcuni suoni, ma altrettanto sbavata in molte pronunce (quasi forzate a volte). L’altra componente che lascia immediatamente un po’ dubbiosi è il sound generale della batteria, piuttosto debole, dove in particolare la grancassa non è bellissima anche nel suo specifico suono. I pezzi sono ben strutturati, il riffing è ottimo e i due singoli “The Saviour” e “I Have the Sun”, sfoggiati immediatamente dopo l’opener, mostrano una band che cura ogni dettaglio; a mancare però non è la qualità di arrangiamento né la qualità esecutiva, quanto alcuni punti di maggiore importanza, che oggi, spesso, vengono messi in secondo piano. Le linee melodiche che restano in testa sono purtroppo molto poche e in generale quello che ci si trova ad ascoltare è un disco “eseguito” correttamente, ma senza mordente; si potrebbe ipotizzare che ciò sia dovuto alla carenza di aggressività vocale rispetto alle parti strumentali (penso ad “I Have the Sun” o “Dolls”), alla troppa “finezza” esecutiva, alla mancanza di impatto del sound di batteria già accennato sopra…tutti fattori che, sommati, non permettono però al disco di decollare. I Will” passa piuttosto inosservata, così come “You’re the Player” (tra i brani meno moderni del lotto in quanto a sound) o “Your Trap”. Tra queste ultime due il “lento” “The Image”, proprio perché un pezzo con ritmi meno serrati, riesce a trovare il proprio spazio: le melodie sono più azzeccate, la “delicatezza” vocale di Angela si adatta alla perfezione al contesto e l’alternarsi di puliti e distorti danno quella dinamica che non si riesce a trovare nel resto del disco. L’elettronica si fa forte in “Your Trap” che, malgrado i problemi già discussi, ha qualche spunto in più a livello compositivo grazie ad un sound tutto suo, modernissimo e alternativo nelle melodie (anche del solo di chitarra).

La storia invece non cambia nei tre brani finali: “Foolish Daisy”, dove compare anche un growl gestito in maniera piuttosto strana in fase di mixaggio a causa di un riverbero decisamente eccessivo; “Short Stories”, caratterizzata nuovamente da un sound meno improntato su synth e tastiere, ma altrettanto poco vincente nelle melodie; infine la closer “A Mother”, secondo “lento” del disco, dove Angela è accompagnata anche da chitarre acustiche: a convincere poco qui, oltre alle linee melodiche, sono anche gli arrangiamenti di tastiere.

Chiariamoci: non è tutto nero, anzi. I Secret Rule hanno confezionato un ottimo prodotto sotto molti aspetti, basato senza dubbio su una grande professionalità. Tutti i pezzi sono ben arrangiati fatta eccezione per “A Mother”, l’impatto sonoro è molto buono e il passo avanti dal lavoro precedente è grosso. Stiamo parlando di una band in evoluzione su cui sicuramente Scarlet Records ha visto bene: serve però di più per uscire dal calderone di cui si è parlato in apertura. Il mare in cui i Secret Rule nuotano è pieno di pesci più grossi. Alla band serve sviluppare maggiormente il lato personalità e la qualità delle scelte melodiche, ma la strada è quella giusta. Attendiamo fiduciosi il prossimo capitolo, nel frattempo la speranza è quella di vedere i Secret Rule crescere in maturità, continuando il forte percorso dal vivo su cui la band sta puntando!

  • 6/10

  • SECRET RULE - Machination

  • Tracklist

    01. Ex-Machina

    02. The Saviour
    03. I Have The Sun
    04. Dolls
    05. I Will
    06. The Image
    07. You're The Player
    08. Your Trap
    09. Foolish Daisy
    10. Short Stories
    11. A Mother

  • Lineup

    Angela Di Vincenzo: Vocals

    Andy Menario: Guitar
    Michele Raspanti: Bass
    Andrea Miazzetto: Drums