La produzione è pura e ariosa come da tradizione, forte dell’assemblaggio cementato tra parti melodiche e basi ritmiche; le performance sono meravigliose e precise, specie dell’ugola d’oro Herbie Langhans e di mr. Ehmke dietro ai tamburi, mentre i suoni permeano della classica rotondità che il power metal reclama a sé. Infine, come da manuale, mixing e mastering macinano via tutte le dinamiche in favore della cosidetta ‘botta’, che raggiunge il centro dello stomaco con effetto immediato.
Sperimentazioni o digressioni particolari non ne troverete in questo “Master Creator”, solo metal veloce e mordente; “Creations Of Reality”, “Behind A Mask”, “Last Survivor” e “The Riddle” faranno la felicità degli aficionados delle parti tirate, mentre “Across The Great Divides” e “At The Gate” colpiranno per la maggior immediatezza del tiro. “Moonlit Night”, “The Voice” e la titletrack rimangono le tracce meno dirette ed efficaci ad un primo ascolto, finendo per plasmarsi come highlights di tutto il contesto dopo numerosi passaggi, mentre la sola “On The Run” appare prolissa e senza capo ne coda.
Per cui poche chiacchiere, i Sinbreed non sono niente di innovativo o di particolarmente diverso…ai fan piacerà così come agli appassionati del metal scanzonato, mentre per gli altri sarà un normalissimo dischetto. Che siate da una parte o dall’altra poco importa perché l’onestà di questi quattro musicisti è innegabile.