Siamo in un campo, quello del symphonic gothic, dove si rischia ormai di essere ridondanti o addirittura pacchiani nel tentativo di sfornare qualcosa di differente. Eppure questa volta con “Arcane Astral Aeons” i Sirenia ci hanno dimostrato come si può evitare di essere troppo scontati o autoreferenziali. Morten Veland, mente e principale autore del progetto, è sicuramente stato pretenzioso nel comporre questo album, ma il risultato finale è comunque una buona collezione di 11 brani non troppo lunga e sicuramente piacevole all’ascolto.
“In Styx Embrace” apre le danze in pompa magna. Si tratta di un ottimo brano con cui cominciare e nel quale già si trovano tutti gli elementi principali dell’intero album: orchestrazioni epiche e ritornelli di facile ricezione, guidati dalla soave voce di Emmanuelle Zoldan che mette in mostra tutte le sue sfumature, mescolati a passaggi da puro headbanging e ad altri più aggressivi, in cui a dominare è l’irruento growl di Morten. A colpirci ancor di più ci pensa “Love Like Cyanide”, scelto per essere uno dei singoli di presentazione dell’album. Il suo sound accessibile probabilmente ci rimarrà in testa per un po’, ma a dare valore a questo pezzo è l’alternanza delle voci (a cui in questo caso si unisce anche quella di Yannis Papadopoulos dei Beast in Black) e il fatto che neanche a metà il brano scivoli in una dimensione più cupa, che starebbe molto bene nell’album di qualche band symphonic black metal.
Elementi piacevolmente inaspettati non mancano nemmeno altrove, come ad esempio in “Queen of Lies”, tosta e battente, dove il canto lirico è temperato da strofe piuttosto graffianti. Non ci manca neanche la chicca in francese “Nos Heures Sombres” (Emmanuelle è per l’appunto originaria della Francia), anche se il brano in sé non è particolarmente speciale. Leggermente sottotono “Aerodyne”, il brano più puramente gothic della tracklist, che ci porta verso la chiusura dell’album, forse un pochino calante rispetto al resto del disco, che però si chiude con “Glowing Embers”, altro brano solenne ed elaborato, ma ricco di cambi e svolte dinamiche.
Nel complesso siamo di fronte ad un album ben bilanciato, che all’ascolto non risulta mai troppo pomposo nonostante la componente sinfonica sia predominante, perché smorzata dalle aggiunte a volte black / death, a volte elettroniche. Ci piace che sia articolato, tanto che probabilmente per un po’ di tempo ad ogni nuovo ascolto noteremo nuovi dettagli. Meno oscuro e scontato del loro ultimo “Dim Days of Dolor” e certo più variegato, questo “Arcane Atral Aeons” non è davvero niente male.