Pretendere novità di ampio raggio quando si ha a che fare con il mondo del Symphonic Metal risulta essere sempre una richiesta eccessivamente ambiziosa, anche quando si parla di nomi ormai affermati, come i Sirenia.
“Dim Days Of Dolor“, il nuovissimo album firmato Morten Veland, non offre al pubblico alcun novità più d’interesse del cambio di line-up, avvenuto dopo il licenziamento di Aylin, che vede l’entrata in scena del mezzo-soprano Emmanuelle Zoldan.
Una vocalità piuttosto scura, calda e anche abbastanza versatile viene ad opporsi nettamente alla voce cristallina della precedente frontwoman, in un contrasto di colori che emerge in maniera piuttosto netta anche a livello strumentale: “Dim Days Of Dolor” sembra essere il diretto successore di “The Seventh Life Path”, ma anche il suo contrario.
Una contrapposizione che è palese anche nella suddivisione delle tracce: dal Symphonic propriamente detto, dalle grandi orchestrazioni e cori goticheggianti, di “Goddess Of The Sea” e “Cloud Nine“, che sin dalle prime note richiamano l’orecchio dell’ascoltatore, si passa a spezzoni catchy, quasi lontani dal genere per cui i Sirenia risultano già noti, come “Veil Of Winter” e “Playing With Fire“, in cui persino la linea vocale è riportata ad un semplice contralto.
Qualche elemento elettronico accompagna un’operistica “The 12th Hour“, mentre accenni di power emergono da “Elusive Sun“. Sempre presenti contrasti vocali, fra Emmanuelle e il growl di Morten o il pulito di Joakim Naess, e sempre viva la tendenza a ricercare un motivetto accattivante.
Melodie scorrevoli, tante le variazioni melodiche all’interno delle medesime tracce, “Dim Days Of Dolor” appare come un racconto sentito, anche se un po’ banale. E’ forse il Symphonic che ormai ha già vissuto tutte le sue sfumature?