In un mercato ormai giunto alla saturazione è difficile riuscire a possedere una visione chiara di ciò che si vuole ascoltare; tutto viene pompato ‘in the face’ grazie ai vari canali di internet e ad un primo acchito sembra che la differenza tra professionisti e dilettanti si sia assottigliata enormemente. Poi, dopo, viene la musica…
Nel mondo sleaze/glam conta anche l’attitudine ovviamente, ma ciò che viene propinato dal freddo supporto ottico rappresenta ancora il metro di misura. Nel caso degli Speed Stroke, qui giunti al secondo capitolo, il risultato è agrodolce: benché la band suoni coesa e ispirata le undici tracce sembrano asperse di una sottile timidezza che non gioca a favore dei cinque rockers; la sensazione che si palesa è di una band che voglia staccarsi dalle proprie radici ma che non abbia il coraggio di farlo, finendo per attraversare meramente i cliché compositivi dei generi sopra esposti con una personalità poco attiva.
La produzione è calda e meticolosa, capace di unire la compattezza tipica del recording-sound alla riuscita live; i suoni sono umidi ed afosi come da copione mentre le performance mettono in mostra un lavoro di arrangiamento e studio davvero riuscito; la voce di Jack e le soliste di D.B. ci catapultano indietro negli anni, anche se il vero punto forte del quintetto giace nella resa di Guit Niko, vero punto di riferimento degli Speed Stroke.
“Fury” è un gran merge di cori impattanti, ritmiche serrate e soli soppesati…”Demon Alcohol”, “From Scars To Stars” e “Believe In Me” faranno la felicità degli amanti dell’hard rock di fine anni 80, sempre a cavallo tra street e glam, mentre un momenti come “Bet It All” e “The End Of This Flight” trasuda una vena maggiormente moderna e tecnica. “City Lights” si tinge di oscuro mentre “Lock Without A Key”, “1 More 1” e “Love In A Cage” palesano la caratura artistica degli Speed Stroke nel modo più ottimale.
A conti fatti, queste undici songs sudano e corrono vorticosamente anche se ribadisco un’ancora acerba personalità…è vero che è difficile essere innovativi oggigiorno ma è altrettanto vero che una volta imparata la lezione bisogna sapersi staccare dai maestri per vivere la propria dimensione.