Gli Stigmhate pestano duro. Dalla scelta del monicker fino al sound influenzato pesantemente dal black metal svedese emerge l’intransigenza e la belligeranza sonora del quartetto, che regala ai fan dele genere un album tirato e massiccio dall’inizio alla fine. “The sun collapse”, terza fatica discografica del tribolato quartetto, è quanto di più violento e brutale mi sia capitato di sentire negli ultimi tempi nella scena black, anche se questo non è a tutti gli effetti un bene. Mentre gran parte dei gruppi cerca soluzioni alternative e in qualche modo raffinate per indurre quello stato di gelo e disperazione che ogni buon album black dovrebbe far provare, gli Stigmhate decidono di imbastardire il loro suono con abbondanti dosi di death e tecnica. Ne esce così un disco velocissimo, diretto ed asfissiante, ma spesso privo di quelle atmosfere disturbanti e malate che io personalmente preferisco. Alla lunga il lavoro del quartetto risulta purtroppo un po’ monocorde e ripetitivo, a causa soprattutto di blastbeat continui che risultano molto simili tra di loro e della mancanza di sostanziali variazioni sul tema. Da lodare comunque l’ottima registrazione ad opera dell’esperto Giuseppe Orlando dei Novembre, che enfatizza l’eccellente tecnica musicale della band e rende questo “The sun collapse” uno dei dischi black con i suoni migliori che si siano mai sentiti. Nessuna fastidiosa chitarra zanzarosa nè batteria da sagra della porchetta di quartiere, solo suoni cristallini e nettamente distinguibili. Anche la voce merita una menzione particolare, soprattutto nelle fasi in screaming veramente feroci e glaciali, mentre le parti in growl tolgono un po’ di mordente alla resa complessiva dei brani. Brani che, in qualche occasione, cercano di staccarsi dalla formula della velocità a tutti i costi e rivelano una capacità compositiva notevole e regalano frangenti molto coinvolgenti. Parlo ad esempio di “Gathered of isolation”, che, prima di sfociare nelle consuete mitragliate assassine, offre una prima parte molto lenta, cadenzata e decisamente atmosferica. Altro brano molto riuscito, posto intelligentemente a metà della produzione, è “Architects of fate” che riesce magistralmente ad integrare sfuriate black con due breakdown quasi avvicinabili all’hardcore più belligerante. Il capolavoro comunque è rappresentato dall’ultima traccia “Luce”, pezzo dai tempi più dilatati e una notevole parte strumentale decisamente interessante ed ipnotica. Il cantato in italiano poi conferisce ulteriore spessore al brano, che risulta in assoluto il migliore dell’album e rappresenta, a mio parere, la via che gli Stigmhate dovrebbero seguire. Ora come ora, potremmo definire questo album come un lavoro di transizione in attesa che il gruppo trovi la rotta definitiva, anche se con questa tecnica mostruosa dalla loro parte hanno tutte le carte in regola per emergere in un futuro non troppo lontano.
STIGMHATE – The sun collapse
STIGMHATE - The sun collapse
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Tracklist
1. Throne of eternal flame
2. Charon
3. Gathered of isolation
4. Sinless progeny
5. Architects of fate
6. Plenary repulsion
7. In the last wake
8. Sun collapse
9. Luce
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Lineup
Marco: chitarra, voce
Mike: chitarra
Claudio: basso
Claudio: batteria
- GenereBlack metal
- Anno2012
- Casa discograficaBakerteam Records
- Websitehttp://www.myspace.com/stigmhate