Checchè possiate dirne, gli Stormwarrior hanno da sempre rappresentato il tipico gruppo metal con ottime idee, enormi capacità e profonde intuizioni, ma che è sempre rimasta confinata nell’underground del power melodico…come se mancasse sempre, ad ogni uscita, quel qualcosa di magico che invece permea le uscite di band ben più blasonate…
Ammirati da sempre da Kai Hansen (che nel corso degli anni se li è portati in tour) e potendo collaborare con mostri sacri in consolle come Tommy Newton e Piet Sielck, il quartetto tedesco arriva al quinto disco ufficiale in studio (oltre a numerosi ep e demo e un live album registrato in Giappone) centrando nuovamente l’obiettivo…
Grande produzione, suoni tipicamente ‘made in Germany’ e una maniacale cura delle parti vocali sono valori aggiunti a un lavoro che gronda metal in tutte le sue parti…le performance migliorano di album in album, così come il songwriting riesce ad essere maggiormente personale rispetto anche al recente passato di poco più di due anni fa. L’unica pecca, se vogliamo, è una certa eccessiva uniformità delle tracks che possono far sbadigliare a un primo disattento ascolto…
Già dall’accoppiata “Heathen Warrior”/”The Ride To Asgard” si evince come la band abbia ben focalizzato i propri punti di forza…ci sono songs come “Wolven Nights”, “Ravenhearte” e “Heirs To The Fighte” che esprimono al meglio la forza di Lare Remcke e soci mentre in altri momenti come “Bloode To Bloode” o “The Valkyries Call” invece non riescono a far centro al 100% risultando scontate e prolisse.
In conclusione, gli Stormwarrior confermano se stessi come ottima band con un album che farà piacere ai fans del genere e non solo…siamo ben lontani da dischi capolavoro o da rivoluzioni del genere, ma sulla caratura di “Heathen Warrior” dubbi non ne nascono.