Nella musica è giusto essere esigenti e non accontentarsi di prodotti mediocri…sia dalla parte dei fans che da quella dei musicisti è giusto darsi delle regole in base alle nostre esigenze, evitando di sperperare denaro (o, più subdolamente, spazio su disco) in qualcosa che non soddisfa lontanamente I nostri gusti e il nostro intelletto. E’ una forma di autorispetto inviolabile, a mio parere.
I casi come i Suicide Silence mettono a dura prova l’ascoltatore…come a dare un nuovo inizio, la band sceglie un titolo omonimo per la nuova creatura, esternando marcatamente un voluto distacco dal passato. Il deathcore che li ha proiettati nell’Olimpo del genere è qui presente in una percentuale risicata all’osso, vertendo istintivamente verso un alternative/nu metal dai groove ossessionanti…il risultato, nemmeno a dirlo, farà incazzare a morte i fans di vecchia data soprattutto per la verve melliflua e ambigua di cui si permea tutto il disco.
La produzione è spettacolare e ultraprofessionale, pulita come acqua di sorgente ma tagliente come coralli del fondale marino; seguiti da Ross Robinson, i Suicide Silence possono usufruire di una gamma di suoni freddi e colti, resi nebbiosi e consistenti da un lavoro di mixing tutt’altro che banale e da un mastering che prova a forzare la mano alle strutture. Sulle performance c’è poco da dire, essendo professionali e studiate nel dettaglio.
Segnatevi queste canzoni: “Doris” “Silence” “Run” e “Conformity”, ovvero gli episodi dove potete trovare qualche remoto eco delle glorie antiche…”Listen”, “Dying In A Red Room” e “The Zero” richiederanno mente aperta e grande cuore per essere apprezzate, anche se la performance di Eddie Hermida dietro al microfono è un vero fiore all’occhiello…il resto è onesto ma altrettanto skippabile.
Non mi sento di consigliare né di accendere allarmi attorno a “Suicide Silence”…sicuramente è qualcosa di non facile approccio per i vecchi fans o per gli amanti del genere e sicuramente come ‘nuovo inizio’ è un tantino pretenzioso, tuttavia potrebbe trattarsi di un primo passo verso una nuova dimensione artistica. A voi la scelta, se perdonarli o metterli al rogo.