Può la forma dominare la sostanza? Nel nostro specifico caso, può un album essere interamente costruito intorno ad un concetto e risultare buono? Risposta ardua. I triestini Tal’Set debuttano su ATMF con un disco interamente imperniato sul concetto di via del guerriero espresso da Carlos Castaneda all’interno dei suoi libri. Assolutamente da non confondersi col Bushido, la via tracciata dallo scrittore peruviano è un cammino che porta al risveglio del Guerriero attraverso l’elevazione della propria consapevolezza. Per arrivare a questo livello, al Guerriero sarà richiesta disciplina e motivazione profonda che condurranno al traguardo finale che è la libertà. Questo in sintesi il concept de “La via del guerriero“, album dai ricchi contenuti intellettuali ma purtroppo povero musicalmente. Il black metal proposto dai Tal’Set è semplice, rozzo e a tratti quasi infantile. Lontano tanto dalle atmosfere gelide scandinave quanto dalle sperimentazioni centroeuropee, il metal dei triestini non brilla nè per tecnica nè per impatto, anzi le smaccate aperture al thrash ed a una certa pomposità prossima al power rendono la loro matrice black piatta e noiosa. Sembra che la base musicale sia stata unicamente composta per reggere la narrazione del concept, che purtroppo rappresenta un altro tasto dolente. Il cantato è esageratamente pomposo e solenne, diviso tra un growl fin troppo monocorde e uno screaming discreto ma abbastanza canonico. Molto buoni invece gli intermezzi strumentali, veramente ben composti e arrangiati, in cui trovano spazio gli strumenti classici peruviani. Avrei gradito molto l’inserimento di tali intermezzi anche nei brani “standard”, perchè ne avrebbero alleggerito un po’ la fruibilità rendendoli meno monolitici di quanto invece siano allo stato attuale delle cose.
La cosa che più spiace è che dei notevoli musicisti e una produzione curata siano sprecati un un album che risulta vittima delle proprie ambizioni. Inutilmente pesante, lungo oltre ogni sopportazione ed eccessivamente monolitico, “La via del guerriero” è semplicemente un album sbagliato, e nessuna velleità artistica o intellettuale può cambiare questo dato di fatto. Se riusciranno a liberarsi della presunzione avanguardistica che li accompagna, i Tal’Set probabilmente riusciranno a comporre buona musica. Per ora sono solo noiosi.