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THE VERY END – Vs. Life

Arriva sugli scaffali tramite la Dockyard1 l’esordio dei tedeschi The Very End.
Il gruppo, che vede militare nelle proprie file la voce dei Night in Gales Björn Gooßes, nasce circa cinque anni fa e tra il 2005 e il 2007 da alla luce due demo che gli consentono di firmare per l’etichetta tedesca.
Vs. Life viene subito incensato dalla stampa tedesca che vede in loro “i nuovi eroi tedeschi”(Rock Hard GER) e per promuovere il disco con sperticati elogi si scomodano addirittura il geniale e instancabile Dan Swano e niente popò di meno che sua maestà Tom Angelripper, che li descrivono come un originale e perfetto mix di metal estremo moderno e thrash classico.
Non vorrei mai e poi mai essere in disaccordo con lo Zio Tom ma francamente di veramente esaltante e originale in questo Vs. Life non ci vedo nulla o quasi.
Tutto fumo e niente arrosto quindi? Non proprio, la verità probabilmente, come nella maggior parte dei casi, risiede proprio nel mezzo.

I The Very End infatti nelle dodici tracce che compongono il disco dimostrano di essere tutt’altro che degli sprovveduti, la band suona compatta e senza una sbavatura, Björn Gooßes da ottima prova di se dietro al microfono destreggiandosi agevolmente tra pulito, urlato, scremae growl, la produzione dell’album è impeccabile e la band non suona come la fotocopia di nessuno.
Nonostante tutto manca quasi sempre quel qualcosa in più, quel “tocco magico” capace di esaltarti, emozionarti, farti fantasticare; tutto suona impeccabile e abbastanza variegato nella forma ma per lunghi tratti sterile e persino noioso. Dopo molti ascolti infatti fatico ancora non poco a ascoltare Vs. Life dall’inizio alla fine senza che l’attenzione non parta per la tangente.

Ciò non vuol dire che non ci siano i momenti buoni come l’opener Flatline, il cui trascinante inizio ricorda molto da vicino band quali Nevermore e Arch Enemy e in cui Gooßes mette subito in mostra tutte le sue capacità e la propria versatilità.
Promosse anche Silence assolutamente figlia di Soilwork (probabilmente band a cui il gruppo più si avvicina senza mai però ricalcarne troppo le gesta) e Killswitch Engage, dotata di un ottimo ritornello melodico che difficilmente vi si leverà dalla testa, e The Loss Theory (questa volta a fare capolino sono gli In Flames).
Per il resto di veramente bello c’è poco, Death Ticket è la canzone più tirata dell’intero lotto ma nonostante tutto non possiede quel piglio che gli permette di spiccare, Bleed tomorrow ha un vago ed apprezzabile sapore southern soprattutto nelle chitarre ma non viene poi sviluppata a dovere scadendo in un ritornello abbastanza “molle”, bellina The Negative, in particolar modo per l’azzeccato e melodico guitar working ma anche qui la sensazione di già sentito è appena dietro l’angolo.

Tirando le somme il debutto dei The Very End resta comunque un disco onesto, valido soprattutto per chi è particolarmente avvezzo alle sonorità moderne, di certo molto meglio di tutto quel pattume che l’ondata americana si è portata con se; ma gli “eroi” sono fatti decisamente di un’altra pasta.

  • 7/10

  • THE VERY END - Vs. Life

  • Tracklist

    01. Spewing Lies
    02. Desperate Heart
    03. Kingdom Of The Blind
    04. Man And Machine
    05. Master Of Illusion
    06. We’ll Never Learn
    07. Dream Of Eden
    08. Heaven Can Wait
    09. Angels Will Cry
    10. Enter My World Of Darkness
    11. White Lady Requiem


  • Lineup

    Alex Beyrodt – chitarra
    David Readman – voce
    Jimmy Kresic – tastiere
    Mel Gaynor – batteria
    Mat Sinner – basso