Nuovo split targato Black Tears of Death, etichetta di Genova specializzata in black e death metal underground, che vede qui la maligna sinergia dei genovesi Thy Winter Kingdom, che ritornano dopo un lungo silenzio discografico ed i Permixtio, one man band veneta nata dalla mente di Umbra.
Il calcio di inizio lo danno lo danno i liguri, aprendo il disco con le loro 4 nuove tracce: un black metal decisamente old school, fatto di riff taglientissimi e blast beat serratissimo forsennato; il songwriting rispetto ai vecchi lavori del trio però è decisamente più maturo e studiato, le parti di bahal sono strutturate con cambi di tempo e passaggi carichi di dinamismo, Vinternatt struttura le parti di chitarra e basso, passando da ritmiche veloci a stacchi più lenti ed introspettivi ed i programming arricchiscono il tutto rendendo i brani ancora più cupi. La produzione è abbastanza grezza, nel pieno rispetto del black metal più puro, anche la voce di Algiz ( già voce degli Icethrone) è carica di di gain ed alterna screaming e growl in maniera calibrata e ad effetto.
Passando ai Permixtio il sound si fa decisamente più atmosferico e raffinato, le sonorità proposte infatti sono gelide e malinconiche su scuola di band come Forgotten Tomb, Abysmal Sorrow e Nocturnal Depression, la produzione, dal punto di vista tecnico è ancora più minimale, si avverte solo l’insieme e difficilmente si distinguono le singole parti, tutto studiato per creare un’unica atmosfera fredda come una foresta del nord durante una tempesta.
Sul piano compositivo vi è maggiore estro nell’architettare sfuriate e melodia, Resurrezione parte I si abbandona infatti ad un crescendo evocativo e malinconico davvero efficace, con un assolo carico di pathos e melodia, e l’intermezzo Limbo ruota su un lavoro di pianoforte struggente e cupo allievo della scuola dei notturni di Chopin, al quale segue la terza parte, che si rigetta nel black metal più genuino.
Nel complesso comunque rimane un buon lavoro, una collaborazione tra due band che incarnano due facce diverse del black metal, entrambe degne di considerazione.