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UNISONIC – Light Of Dawn

Gli Unisonic son tornati! Non nutrivo molte speranze nei confronti di questo progetto, arrivato in odor di mossa commerciale fine a se stessa, con un album omonimo di debutto non entusiasmante. E invece mi trovo piacevolmente smentita da questo “Light Of Dawn“, un album in ogni aspetto migliore del precedente, meno pacchiano, più ragionato ed elegante, che getta, questa volta sì, solide basi per il futuro di questa super-formazione capitanata da Michael Kiske e Kai Hansen, ma sapientemente pilotata dal lavoro incredibile di Dennis Ward.

In copertina ancora un’opera di Martin Häusler, il disco si presenta ovviamente con grafica e produzione impeccabili, ma dovrete tenervi ben lontani dalla tentazione di paragonarlo ai lavori di Helloween e Gamma Ray: non è un disco power, anche se ci sono molti pezzi con ottimi spunti che non sfigurerebbero nei lavori dei gruppi sopracitati. E aggiungo, per fortuna non è un disco power, perchè gli episodi migliori sono quelli in cui la vocazione più metal di Kai Hansen si fonde con il gusto hard rock di Ward e Meyer, per poi scivolare nelle deliziose leziosità AOR care a Kiske e a Kosta Zafiriou.

Il pomposo intro “Venite 2.0” apre questo lavoro e ci prepara alla bella opener “Your Time Has Come“: Kiske è il protagonista, bastano pochi passaggi per avere subito chiaro il trend dell’album, più corposo di “Unisonic”, con più equilibrio ma meno Place Vendome sia nello stile che nei contenuti.

Exceptional” è una sorpresa, probabilmente è il pezzo che suona più originale e moderno, molto affascinante. L’avevamo già sentita grazie al videoclip ufficiale, ma con qualche ascolto in più sviscera una notevole potenza e risulta davvero azzeccata.

Arriva il turno di “For The Kingdom” e lasciatemelo dire, questa è la canzone che vogliamo sentir cantare a Kiske. Ampio respiro, old style, cantato anni ’80 ed energia trascinante di una sezione ritmica davvero efficace; in questo pezzo si trova una notevole fusione di generi e si raggiunge un livello altissimo che dovrebbe essere la linea da seguire anche in futuro.

Not Gonna Take Anymore” passa in fretta, è una canzone un po’ anonima, forse troppo nascosta tra le sferzate power di “For The Kingdom” e l’acuto da brividi della successiva “Night Of The Long Knives“, uno dei pezzi migliori del disco. Canzone ben studiata, dal testo profondo, alterna un’atmosfera cupa e pesante ad esplosioni di brillantezza esecutiva, richiama a tratti quasi i Queensrÿche, specialmente nelle parti vocali.

Find Shelter” è un pezzo tutto sommato piacevole, anche se in più punti risulta essere ripetitivo; tenta di ripercorrere il passato più glorioso di Kiske, ma troppi sono i limiti, sia compositivi che temporali e questo dimostra come gli Unisonic debbano rimanere nel territorio più hard&heavy del loro repertorio.
Il ritmo rallenta con “Blood“, una delle due canzoni che portano la firma di Kiske insieme al talentuoso Sandro Giampietro (la seconda è “Manhunter“), molto intensa ma poco incisiva in questo contesto, è però chiarificativa: la strada che Kiske continua a voler percorrere va verso lidi più soft e forse con un po’ più di spazio a questo desiderio, tutto l’album poteva guadagnare un punto in più.

When The Deed Is Done”, si presenta come un mid-tempo discreto e chiude questa sezione centrale meno ispirata anche se solida, per lasciare spazio agli ultimi tre pezzi che invece mettono il turbo e dissipano velocemente la sensazione di ripetitività che iniziava ad aleggiare pericolosamente sull’album.
Throne Of The Dawn” parte subito massiccia e corposa, concretizza il desiderio di sprigionare energia che emerge a sprazzi in tutto l’album senza realizzarsi così completamente ed efficacemente come invece accade in questo pezzo.
Bella la parte vocale, ottime le linee melodiche, songwriting impeccabile del buon Ward, che quando vuole riesce a ripescare la lucidità dei tempi di “One Size Fits All” e tirar fuori uno di quei pezzi che rimangono inchiodati al cervello e che fanno venir voglia di vedere gli Unisonic subito sul palco.
Anche la successiva “Manhunter” è un ottimo pezzo di hard rock, puro e semplice, che conquista subito e che getta benzina sul fuoco acceso da “Throne Of The Dawn“, riallacciandosi alla prima parte del disco per ritmo ed entusiasmo.

La ballad “You And I” è molto delicata ed intensa, perfetta in chiusura, ci fa sognare con una strizzatina d’occhi a quell’AOR che spesso fa capolino e che potrebbe trovare anche più spazio nelle future produzioni, per un ulteriore equilibrio di questa band che sta davvero lavorando bene e che si sta ritagliando la sua originalità all’ombra della grandezza dei nomi dei suoi membri. Ovviamente la qualità dei musicisti è innegabile ed è impossibile da mettere in discussione, quindi non è certo la tecnica che manca a “Light Of Dawn”, che con un pizzico in più di vivacità e leggerezza sarebbe stato davvero imperdibile.

  • 7,5/10

  • UNISONIC - Light Of Dawn

  • Tracklist

    01. Venite 2.0
    02. Your Time Has Come
    03. Exceptional
    04. For The Kingdom
    05. Not Gonna Take Anymore
    06. Night Of The Long Knives
    07. Find Shelter
    08. Blood
    09. When The Deed Is Done
    10. Throne Of The Dawn
    11. Manhunter
    12. You And I

    Bonus tracks:
    Judgement Day
    Dare   


  • Lineup

    Michael Kiske - voce
    Kai Hansen - Chitarre, backing vocals
    Mandy Meyer - Chitarre
    Dennis Ward - Basso, backing vocals, produzione, mixing
    Kosta Zafiriou - Batteria, percussioni

    Guest session musician: Günter Werno - tastiere