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UPON A BURNING BODY – The World Is My Enemy Now

Nonostante lo spiacevole inconveniente causato da una malsana idea, a finalità prettamente pubblicitaria, pensata dal cantante Danny Leal, ovvero quella di simulare un furto nella propria abitazione, con una serie di Tweet tali da spaventare Fan base e Casa Discografica, Sumerian Record decide di pubblicare anche l’ultimo lavoro degli Upon a Burning Body (UABB).

Scelta sicuramente dettata da interessi di carattere economico, visto che gli UABB vendono bene, riempiono i concerti di tutto il Nord America e non solo e nel corso degli anni hanno accumulato simpatie e antipatie tali da renderla una band abbastanza controversa e blasonata

Gli UABB arrivano dal Texas, sono un gruppo con il mito del gangstar italo americano e i personaggi e i film incentrati sul tema della mala vita e non certo stimabili personaggi; i primi due album sono l’uno ispirato ad Al Pacino mentre il secondo alle pellicole di Robert Rodriguez.

In questo loro terzo lavoro, questo tema viene un po’ meno; gli UABB decidono di dedicarsi a tematiche abbastanza canoniche nel deathcore, non troppo fantasiose, sul combattere il fuoco con il fuoco, la “teoria” del “Destroy what destroys you”, del non guardare con rammarico il passato, di reagire colpo su colpo agli incidenti e alle scelte che la vita ti pone, la violenza e l’invidia di quelli che nel mondo Hip-Hop vengono definiti “Haters” e la voglia di riuscire a sfondare e lasciare un segno indelebile nella storia.

Insomma, nulla di nuovo; sono lyrics che possono giusto interessare ai neofiti del genere che con tanto fervore seguono questo gruppo. Dal punto di vista musicale tutt’altra storia.

Gli UABB sono eccellenti musicisti, capaci di influenzare il Deathcore con elementi più melodici e riconducibili al Nu-metal; sono abilissimi, inoltre, nel costruire riff sempre diversi e a non ricadere costantemente in banali Breakdown che invece,riescono a sfruttare in modo intelligente e proporzionato, senza ricadere in costanti ripetizioni. Ottimi nei passaggi decisi e taglienti quanto assoluti esperti nell’ atrofizzare il suono per poi esplodere in ritmiche più aggressive e nei concitati Breakdown con le caratteristiche definite sopra.

L’album presenta una divisione netta che porta come punto di convergenza l’intermezzo dai sapori flamenchi e del centro america “a toda madrè ò un desmadrè”.

Nella prima parte rileva un deathcore canonico nella struttura delle canzoni, con costanti cambiamenti ritmici, riff rapidi e passaggi più lenti, oscuri e claustrofobici. Il growl impastato e gli scream sono di forte impatto, i ritornelli entrano subito in testa già dai primissimi ascolti. Qui vengono alla luce anche le influenze Nu-Metal del gruppo; soprattutto nella seconda traccia “Scars” dove il riferimento ai primi lavori degli Slipknot è lampante.

Sono tutte tracce di livello e questo frangente di album si conclude con il miglior pezzo dell’intero lavoro: “The New Breed” è un pezzo molto southern, anche contaminato dallo sludge morboso dei Down e il Groove dei Pantera, dove il deathcore si mescola con le chitarre dalle distorsioni Acide e pungenti tipiche del genere;qui è facile immergersi con la mente nel caldo arido del Sud degli Stati Uniti, all’interno del proprio Range a tirare giù bicchieri di Balcones. Brano che ricorda molto i primi due album, è un peccato che queste peculiarità autoctone e tradizionali della band siano venute meno in questo disco.

Passato l’intermezzo, i pezzi mostrano distinzioni più nette rispetto alla prima parte. La violenza e la rabbia incontrano passaggi più melodici e più vicini al Djent e al metalcore in alcuni frangenti; sebbene si incontrano ancora brani facilmente riconducibili alla prima parte dell’album (come la title track “The World Is My Enemy Now” e la traccia di chiusura “Middle Finger To The World”).

Entrano in campo i cori dove partecipano gli altri membri della band ma anche la voce pulita nei ritornelli; molto sentita “Judgement”, traccia più introspettiva e riflessiva dell’album. Un tentativo di variare apprezzabile ma che nelle tracce “Blood, Sweat And Tears” e “I’ve Earned My Time” , risulta essere troppo azzardato e in dissonanza rispetto alla struttura dei brani singoli.

“The World Is My Enemy Now” è un album completo, in linea di massima coerente con le produzioni precedenti che con la propria empatia e la capacità di coinvolgere in modo reattivo l’ascoltatore, frutterà tanto alla band anche in sede live. Amati o odiati gli UABB hanno capacità che sono lampanti e oggettive e nonostante l’episodio pre uscita dell’album meritano lo spazio che sono riusciti a disegnarsi.

Questa è la strada giusta per avvicinarsi a gruppi con più esperienza e più conosciuti del Deathcore.

  • 7,5/10

  • UPON A BURNING BODY - The World Is My Enemy Now

  • Tracklist

    01. Red razor Wrist

    02. Scars

    03. Fountain of Wishes

    04. Bring the Rain

    05. Pledge your Allegiance

    06. The New Breed

    07. A Toda Madrè ò un Desmadrè

    08. Judgment

    09. The World is my Enemy

    10. Blood Sweat and Tears Featuring Matt Heafy

    11. I’ve Earned my Time Featuring Tyler “Telle” Smith

    12. Middle Finger to the World


  • Lineup

    Danny Leal – Vocals

    Ruben Alvarez – Guitars

    Sal Dominguez – Guitars

    Rey Martinez – Bass

    Ramon "Lord Cocos" Villareal - Drums