La Francia si sta rivelando essere un catadiottro di metal bands care ai generi più disparati; benché vi siano diverse scuole da cui attingere ispirazione, come la scandinava o quella americana, non mi meraviglierei se tra qualche anno il paese d’Oltralpe si rivelasse come la fucina di una nuova ondata oscura ed estrema, con l’apporto di qualche innovazione.
In questo senso i War Inside hanno ancora un tortuoso percorso da fare…nati nel 2008 e giunti al secondo platter, i cinque metallers di Nantes perseverano nel combinare elementi brutal death con il black mostrando purtroppo ancora qualche limite nel risultato; “S.U.T.U.R.E.” è un disco maturo a livello di coesione ed esecuzione ma ciò che in molti tratti manca è una visione vera e propria del songwriting, finendo per esternarsi come un riffing continuo dove sezione ritmica e voce danno sfogo ad una furia malsana.
La produzione è decente, migliorabile anche se si tratta di un disco death/black che deve suonare retrò; i suoni sono marci e pressanti fin nel profondo mentre le performance denotano una più che buona caratura artistica e soprattutto un senso ritmico dell’insieme. Mixing e mastering appaiono ad hoc, riuscendo a creare quell’ossessiva dose di chaos che permea nei dischi appartenenti al genere.
Le songs sono una definita serie di strutture veloci e assordanti, capaci di farvi pogare fino alla nausea ma senza lasciare un segno preciso; “Demiurge”, “Body Bones” e “Cold As Dead” si muovono taglienti in ambienti brutali lasciando con il fiato corto, anche se i momenti più ispirati del contesto rimangono l’assassina “The Milgram Whore”, la più cadenzata “Name Us Defective” e la pressante “Maggots On Candies”, dove i cinque francesotti mostrano di essere capaci di creare situazioni più accattivanti.
In conclusione ai War Inside si può dare un ascolto tranquillamente senza mastodontiche aspettative; se “S.U.T.U.R.E.” fosse stato pensato e seguito con maggior cognizione probabilmente avrebbe ottenuto un consenso migliore…così com’è è malapena sufficiente.