Una stanza buia, qualche candela dalla fiamma tremula sparsa qua e là e una poltrona dallo schienale alto. Ecco l’immagine che sovviene all’ascolto di questo demo. Sei tracce dall’incedere funereo a tratti, con spruzzi di un doom amaro, con solide basi rough black metal. Di fatti l’atmosfera che si respira è grezza, seppur stemperata dalla meravigliosa voce soprano di Ophelia, che apre le danze con la breve intro Madrigal, unico pezzo non originale del disco. Una melodia lenta e malinconica, già presente nella colonna sonora di Metal Gear Solid®, il celeberrimo video game del 1998. La soave voce femminile ci apre le porte, con solenne maestria, in un mondo oscuro, pare quasi avvertirci che per i prossimi 40 minuti il mondo ci sembrerà tutto nero, l’aria che respireremo sarà permea dell’odore della cera. Pare veramente di essere in quella stanza illuminata dalle candele di cui parlavo prima.
L’apertura di From Dusk Till Dawn è quasi da film horror, manco fosse uscita da un pezzo della colonna sonora di un film di Mario Bava, il piano e il violino paiono piangere, fino all’inserimento degli altri strumenti, la batteria pare quella di una marcia funebre, l’organo sembra uscito da una messa da requiem delle più struggenti. È la prima traccia in cui sentiamo la voce maschile, duetto tra Thorgrim e Lord Lemory che si alternano al pulito e allo screma, voci lamentose e piene di pathos. D’un tratto poi la canzone cambia forma, si modifica, aumenta il ritmo, l’assolo di chitarra pare uscire dal nulla, e arriva come uno schiaffo in viso, per poi lasciare spazio nuovamente a una marcia oscura. Un attimo di parlato di Ophelia e la lead guitar esce nuovamente e ci conduce al finale.
Son Of The Storm è forse la più riuscita delle sei tracce del demo. Un pezzo di black metal vecchio stampo, grezzo, freddo, nordico, come usciva ai vecchi Mayhem e ai primi Bathory, con inserti acustici e le tastiere che stemperano la violenza, ma non di tanto. Una canzone che non avrebbe sfigurato su un vecchio demo tape di fine anni 80. Veloce, incalzante, con continui cambi, la voce scream è potente e acuta. La registrazione in questo particolare caso è non raffinata come lo è la nautra della voce. Ricorda un po’ qualche lavoro dei Darkthrone per la parte più black metal mentre riporta alla mente i Bathory del periodo di transizione nei pochi attimi acustici che frammentano la canzone.
Drop O’ Winter inizia con un flauto quasi folk, accompagnato dal basso e dalla batteria fino all’entrata della voce pulita. È un susseguirsi di cambi, d’improvviso ecco che aumenta il ritmo e arriva lo scream potente, in duetto con Ophelia, che da prova di grandi capacità vocali, veramente una bellissima voce che si intona alla perfezione alle atmosfere gotiche della musica dei Veiled Moon.
As Fallen Leaves con i suoi 12 minuti abbondanti di lunghezza è una suite molto varia che passa dal doom più canonico al black più cattivo, con intermezzi di Ophelia che incanta come sempre. Piena di colpi di scena, a volte risulta un po’ caotica e difficile da seguire, ma è ben strutturata.
Potrei dilungarmi ore ad analizzarla ma so che annoierei e basta, perciò passo all’acustica Scarlet Feather, una strumentale che chiude perfettamente il circolo iniziato da Madrigal, riportando l’ascoltatore lentamente sulla terra, facendolo uscire quasi da uno stato di trance iniziato con l’intro.
In sostanza, As Fallen Leaves è un’ottima prova di una band che è ben conosciuta a livello di underground, e che porta alta la scena dell’underground napoletano. Un ottimo lavoro per intenditori e amanti del genere, di certo non verrebbe apprezzato da un fan degli Iron Maiden, ma certamente un lavoro ben fatto. Songwriting ben strutturato e produzione, per quanto grezza, buona. Ottima la commistione delle tre voci.
…As Fallen Leaves
…As Fallen Leaves -
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Tracklist
01. Ash
02. Venus
03. Decades (instrumental)
04. Esther Chose The Water
05. Mechanical Travel
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Lineup
- GenereProgressive / Gothic
- Anno2007
- Casa discograficaAutoprodotto
- Websitehttp://www.galleryoflore.com