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Through Infinity

Si fa presto a dire black metal, anche tra i gruppi incasellati nella forma più cruda e primitiva del genere si possono trovare delle sorprese e delle divagazioni, talmente in contrasto col tradizionale modus operandi da spingere a trovare nuove definizioni e termini di paragone appropriati. I Superior Rage sono al secondo demo dopo l’omonima pubblicazione del 2008 e hanno tutta l’aria di voler suggestionare i blacksters duri e puri con alcuni bizzarri accostamenti, che non travalicano però nella pura sperimentazione e lasciano intatti gli ardori bellicosi della formazione.
L’attacco è affidato a una polifonia angelica, presto rotta da tastiere orrorifiche e blast-beat furibondi, puntellati da un riffing inintelligibile e vocals in bilico tra screaming e growl. Già questa traccia, Erme’s Silence, è un bell’enigma: in soli tre minuti si passa da mitragliate in pieno war black metal style, circondate da tastiere inquietanti, a stacchi d’atmosfera degni della più nera delle celebrazioni sataniche. I cambi d’umore si contraddistinguono per la naturalezza con cui avvengono, gli attimi di sospensione delle ostilità sono piazzati senza forzature all’interno della canzone, che non perde così la sua tessitura di acciaio maledetto e la carica di malvagità intrinseca. Un altro interludio quasi monastico fa da introduzione a Escaping From Blindness, la cui struttura viaggia sulla falsariga del pezzo precedente, condensando sfuriate massacranti e intermezzi dal sapore horrorifico; appare leggermente differente il riffing, più distinguibile e ragionato, seppure improntato alla ricerca del massacro. Vero e proprio canto da chiesa risulta essere Deviance, mentre I Don’t Belong to this Society è un tentativo inespresso, racchiuso in un’apertura assassina e uno stacco ambient appena dopo che, invece di accompagnare verso un’altra sezione black metal, si interrompe bruscamente, per passare oltre. Arriviamo a un vero e proprio brano-olocausto, Remembering The Past, nel quale i fraseggi chitarristici diventano frenetici fino al parossismo e le tastiere li assecondano con poche note piene di sanguinante magniloquenza, prima di prendersi tutto lo spazio in un’altra sezione di soli suoni da soundtrack. Più breve, la conclusiva Reluctance si muove anch’essa selvaggia e inquietante, lasciando alla fine l’impressione che i Superior Rage siano una sorta di Dimmu Borgir della prima ora, capaci di arricchire le canzoni di arrangiamenti classici o comunque lontani dal metal, e allo stesso tempo di essere ruvidi come carta vetrata. Through Infinity guadagna punti per il senso di urgenza espresso, la cura nella costruzione delle tracce non va a discapito della ferinità e del malsano che il black deve sempre riuscire a proporre. Sarebbe interessante sentire come potrebbero amalgamarsi i canti liturgici proposti negli interludi all’interno delle canzoni vere e proprie, ma già ora i Superior Rage si mostrano pronti a ben figurare sulla scena black nazionale.

  • 6/10

  • Through Infinity -

  • Tracklist

    01. Minas Morgul
    02. Our Death In Warfare
    03. A Feel Of Death


  • Lineup

    Marco Previati: Vocals
    Fabio Gianotti: Guitars
    Francesco Curti: Bass
    Nathan Podavitte: Drums