Loading

ASTARTE SYRIACA – Andrea Neri e Alessio Contorni

Autori dell’ottimo Darkened Light e di un’interessante revisione del famoso Jesus Christ Superstar, gli Astarte Syriaca si candidano tra le migliori band emergenti del panorama metal italiano. Abbiamo chiacchierato con Andrea Neri, chitarrista, e Alessio Contorni, tastierista, dell’album, del musical e del futuro.

Astarte Syriaca è un monicker particolare. Sul vostro sito è presente una breve spiegazione del perchè della scelta, vi andrebbe di scendere un po’ più in dettaglio per chi non vi conosce?

Andrea Neri: La scelta del monicker è stata di Daniele Corsi, nostro primo cantanate ed è stata ispirata da ciò che la Venere Astarte rappresentava per Dante Gabriel Rossetti, pittore e poeta pre raffaellita che la raffigurò in un suo celebre dipinto.
Il Rossetti sosteneva che la dea raffigurasse le quattro ossessioni dell’artista: arte, religione, amore e leggenda.
Chi non verrebbe attratto da tale simbologia?

Darkened Light è il vostro primo album. Oltre alla qualità elevata delle composizioni, mi ha colpito in particolar modo la produzione che si attesta su livelli non sempre riscontrabili sui debut album. Tra l’altro avete curato personalmente la produzione…

Andrea Neri: Abbiamo la fortuna di avere nella band Marco Polizzi che lavora allo Zoo Symphony, lo studio dove abbiamo registrato il disco. Lui e Marco Vannozzi hanno fatto sì che il risultato non tradisse le nostre aspettative e inoltre, abbiamo potuto seguire la produzione dalla registrazione al mastering quindi nulla è stato lasciato al caso.

Volevo parlare un po’ di Sole Ombre, che trovo uno dei pezzi più interessanti del disco. Come nasce l’idea di inserire un monologo all’interno di un brano strumentale e come nasce la collaborazione con Edoardo Ciufoletti che, mi pare di capire, è un attore di teatro?

Alessio Contorni: L’idea del monologo è venuta un po’ da sola, avevo intenzione di trattare l’argomento della perdita dell’innocenza intesa come parte più sincera e spontanea di noi stessi e il brano era stato costruito come l’evoluzione di un personaggio che dopo varie vicissitudini poco fortunate si ritrova a tornare con il ricordo alla sua infanzia. Da lì ad inserire il monologo è stato un attimo! Per quanto riguarda Edoardo la scelta è ricaduta su di lui grazie alla sua voce un po’ graffiata che si sposa ottimamente con il tipo di personaggio descritto.

Un altro dei pezzi che colpisce, per forza di cose, è Profumi d’Armonia che a mio parere molto deve alla tradizione cantautorale italiana. Nasce con il testo in italiano, oppure è un adattamento nato successivamente da un testo in lingua inglese?

Alessio Contorni: In realtà è un adattamento. C’è stato un periodo nel quale avevo tradotto in italiano tutte le tracce del disco basandomi su un’idea di Andrea… Era una cosa un po’ folle e chissà che in futuro non la riprendiamo, magari con altri brani ma con lo stesso spirito, chissà… In ogni caso questa canzone ci piaceva così e così è rimasta, come un tributo alla buona canzone italiana.

Uno strumento di cui non avevo mai sentito parlare è il theremin. E’ uno strumento piuttosto particolare e, lasciatemi dire, che ben si adatta come filosofia al mondo progressive (mi viene in mente il moog come tipologia di strumento “strano” quando prese piede nel genere). In quali brani viene utilizzato e come il vostro tastierista ne è entrato in contatto?

Alessio Contorni: Fai bene a farti venire in mente il Moog, visto che il mio theremin è proprio Moog! La prima volta l’ho visto utilizzare da Megahertz, il tastierista di Morgan, su una delle varie tv musicali. Mi sono subito detto: “Questo aggeggio qui lo devo avere”! Come un bambino! E infatti eccolo qui. Invito chiunque a provarlo perché state sicuri che non rimarrete indifferenti al suo fascino. In questo disco lo uso su “Earth Spirit” (all’inizio) e su “Profumi d’armonia” nella quale faccio un piccolo solo e dei fraseggi di sottofondo nel finale a mo’ di violoncello.

Parliamo dei testi del vostro album… Ho letto che le prime quattro tracce non sono altro che un mini concept. Potete parlarcene in dettaglio? E degli altri testi che mi dite?

Alessio Contorni: L’idea del mini concept nasce da un racconto che scrissi diversi anni fa, nel quale, oltre alla semplice facciata fanta-horror, volevo mettere in discussione la nostra credulità nel dare per scontato che certe cose siano buone o meno solo perché ci è stato detto. E aggiungerei che questa idea è la tesi fondamentale non solo di questo concept ma di tutto il disco, il quale, sotto diversi aspetti, tratta proprio della mancanza di certezze e più in generale dell’essere vittima di una qualche illusione che ci porta a fare delle scelte che si rivelano poi sbagliate, spesso non capendone neanche il perché.

E la maschera presente nella copertina? Potete spiegarcene il significato?E la maschera presente nella copertina?

Alessio Contorni: La maschera caduta sta proprio a rappresentare la ricerca e la scoperta di noi stessi e di conseguenza del mondo che ci circonda. Quando ci lasciamo manipolare è come se avessimo una maschera che ci viene costruita addosso e che noi indossiamo senza neanche accorgercene o peggio ancora volendolo. Togliersi la maschera significa dunque riconsiderare tutto quanto in modo critico, nel bene e nel male, a partire naturalmente da noi stessi.

Musicalmente parlando il vostro è un approccio piuttosto classico al progressive metal. Composizione solide senza apparenti punti deboli. Diciamo che fate molto bene quello che alcune band hanno smesso di fare per proporre qualcosa che, a conti fatti, risulta meno convincente. Non voglio fare nomi, ognuno tragga le sue conclusioni. Noto anche un perfetto bilanciamento tra parti strettamente chitarristiche e quelle di tastiera, un connubio e un amalgama che sembra essere uno dei vostri punti di forza. Vi riconoscete nella descrizione?

Alessio Contorni: E’ chiaro che dopo anni e anni di duro lavoro certi risultati vengono fuori e in questo caso ci siamo trovati a confrontare le nostre singole esperienze per creare qualcosa che appartenesse a tutti. Mi rendo conto che ci sono dei riferimenti più o meno marcati ad artisti quali Dream Theater (tanto lo stavate pensando tutti, no?), Genesis, Yes, Symphony X, Queen, Europe, Zappa, Deep Purple, ma anche e soprattutto artisti che poco hanno a che fare con il rock, magari non in fatto di sound ma di approccio alla musica, e qui non mi dilungherei troppo che altrimenti ci potremmo passare realmente ore solo a sparare nomi!

Andrea Neri: Fortunatamente non siamo più ragazzini ed è finito il tempo del fare a gara a chi suona di più. Non abbiamo fatto calcoli su come bilanciare parti chitarristiche e parti tastieristiche, semplicemente è venuto da sé. Quando si compone si improvvisa, si fissano le idee, si ripetono riff e temi, si arricchisce l’armonia e poi si impara anche a tagliare o a farsi da parte quando il brano lo necessita.

Quindi, se vi dovessi chiedere quali sono i gruppi e gli album che vi hanno fortemente influenzato…

Alessio Contorni: Si torna al discorso di prima. Personalmente ti direi da Zappa ai Talking Heads, da Guccini a Howling Wolf, dai Misfits a Stravinsky, o dai King Crimson a Michel Petrucciani passando per Jarre e Pierre Schaffer. E mettiamoci pure un po’ di sano rock’n’roll anni ’50!

Andrea Neri: Io invece direi Queen, Europe, Metallica e tanto jazz e musica classica. Adoro A Kind of Blue di Miles Davis così come le Sinfonie di Beethoven. Ultimamente sto ascoltando molto i concerti per piano di Bartok.

Come nascono i vostri brani? Tutti i brani sono accreditati alla band in toto, ma in genere chi è che porta la scintilla all’interno del gruppo, sia dal punto di vista delle lyrics che musicale?

Alessio Contorni: All’inizio eravamo soprattutto io e Andrea ad essere il motore compositivo (e spesso non solo) degli Astarte, ma adesso finalmente la scintilla parte da ognuno di noi, chi per una cosa, chi per un’altra, e vi assicuro che è un modo di lavorare meraviglioso! Per quanto riguarda il futuro prossimo le lyrics sono affidate totalmente al nostro Valentino, il quale è oltretutto un’ottima fucina di idee musicali e devo ammettere che un riff tastieristico che suonerò nel prossimo album… Me l’ha scritto lui! Ma del resto questa per noi è la norma, ognuno mette per se stesso e per gli altri, così ci ritroviamo a suonare un pezzo che è davvero di tutti, senza riserve.

Andrea Neri: Verissimo, solo che i risultati di questo nuovo modo di lavorare li potrete apprezzare dal prossimo disco che stiamo ultimando di comporre proprio in questi giorni.

A proposito del nuovo album… A quanto pare sarà un concept, stavolta presumo che coinvolgerà tutte le composizioni… Potete darci delle anticipazioni? Musicalmente sarà sulla falsa riga di Darkened Light?

Alessio Contorni: Tutt’altro tema, molto più duro e ruvido e basato su una tipologia di fatti che purtroppo accade realmente e ancora troppo spesso. Niente più spiriti della terra o leggendari guerrieri, qui si parlerà della durissima realtà e la musica, come al solito, descriverà passo passo le emozioni dei personaggi che la vivono: amore, dolore, sangue e disperazione. Insomma, ci sarà poco da stare tranquilli!

Andrea Neri: Musicalmente stiamo cercando un’evoluzione. Il progressive è ricerca e sperimentazione? Bene eccoci qua. Con il prossimo lavoro proponiamo un sound di cui stiamo andando molto fieri sin dalle prime prove. Il lavoro sta uscendo di getto, pensate che abbiamo cominciato a settembre con poche idee in testa e a metà novembre abbiamo quasi finito. Per noi è un tempo record.

Il concept è un modo di approcciare di molte progressive band, non tutti però sono all’altezza delle aspettative. Quali sono secondo voi le maggiori difficoltà che si incontrano quando ci si cimenta con una storia? Ci sono concept che apprezzate particolarmente? Vi è capitato di ascoltare Mercy Falls dei Seventh Wonder?

Alessio Contorni: Spesso il più grande difetto di alcuni concept è l’assoluto e fastidioso (a mio parere) contrasto fra l’omogeneità della storia raccontata e la musica che spesso vive di vita propria e che sembra riavvicinarsi al testo solo nelle ballad! Non conosco il disco di cui mi parli, ma me lo procurerò e ne riparleremo, ok? Ok!

Andrea Neri: Il problema dei concept è che si rischia di perdere di vista l’obiettivo del disco. Va pensato come un unico grande brano, come una sinfonia, altrimenti si rischia di attaccare i brani uno all’altro e unificarli solo tramite il testo ma, musicalmente, restano entità divise.

Personalmente vi ho conosciuto girando per youtube e imbattendomi nella vostra rivisitazione in chiave progressive del Jesus Christ Superstar. L’ho trovata perfettamente in linea con i musical anni ’70, teatrale, affascinante e d’effetto. Tutto questo, secondo me, si sposa bene con la filosofia base del progressive (basta guardare come si presentavano sul palco band come Genesis o Emerson Lake & Palmer). Mi parlate un pò di questo progetto?

Alessio Contorni: Personalmente ho sempre amato il Jesus Christ Superstar, penalizzato da una produzione pessima, anche e soprattutto per l’epoca. A quanto pare eravamo tutti d’accordo su questo fatto e così, quasi per gioco, abbiamo cominciato a risuonare qualche brano qua e là. Il risultato ci è piaciuto e ci siamo decisi a farlo tutto, suonandolo e arrangiandolo come se i pezzi li avessimo scritti noi e l’originale fosse solo una sorta di calderone di idee grezze da sviluppare. E alla fine quel che ne uscito è quello che avete potuto vedere (e vedrete ancora)!

Una delle band che si è misurata, anche se magari su un altro piano, con un musical qui in italia è stata la PFM con il loro Dracula… Avete avuto l’occasione di assistere alla rappresentazione?

Alessio Contorni: Certo… Pensa che il nostro buon Fabio Privitera (che nella nostra versione del Jesus Christ Superstar interpreta i ruoli di Hannas, Erode e Simone Zelota) ne ha addirittura preso parte! Ve lo ricordate Renfield, il pazzo? Ecco… era proprio lui! Più di così si muore!

Dal vostro sito non è molto chiaro se c’è o ci sarà in futura una release del vostro Jesus Christ Superstar. La rappresentazione è passata dal palco di Stazione Birra al teatro Viganò di Roma, un bel salto direi! Dato che sono presenti degli estratti in mp3, è lecito chiedersi se prima o poi avremo il piacere di vedere l’opera pubblicata.

Andrea Neri: Diritti d’autore permettendo sì, certo. Considerate che non riesco più ad inserire i brani su MySpace perché me li bloccano, ho dovuto inserire un link che punta direttamente ad una pagina del nostro sito web.
Io vorrei far uscire CD e DVD perché lo spettacolo di Stazione Birra è stato molto bello. Abbiamo tutto ma bisogna montare audio e video, ripulirli, dargli una forma e poi aspettarsi qualche causa dagli autori…

Mi pare di capire che da questo progetto nasce il vostro concetto di “the concert-show”. Mi è venuta in mente Emilie Autumn, anche se la tipologia di spettacolo è sicuramente diversa. Pensate che sia un tipo di approccio che potrete riproporre spesso in sede live?

Alessio Contorni: La nostra idea di spettacolo è molto ampia ed abbraccia molte arti, dal teatro alla pittura alla poesia ecc. Proporre uno spettacolo così purtroppo non è facile, ma le volte (poche) nelle quali abbiamo potuto mettere in pratica questo nostro progetto è stato accolto in maniera fantastica dal pubblico che evidentemente si è sentito non solo più appagato, ma anche più partecipe e coinvolto emotivamente. Speriamo quindi di poter continuare su questa linea per molto molto tempo.

E della colonna sonora di Green che mi dite? Di certo per essere una band al primo album, di esperienze “professionali” ne avete fatte…

Alessio Contorni: Scrivere la colonna sonora di Green è stato molto divertente, soprattutto per quanto riguarda il brano The Good Shepherd che viene suonato dalla band al completo. Spero di averlo presto nella mia videoteca per godermelo tutto montato e ripulito e poi, facendo finta di nulla metterlo sul lettore con qualche amico e dire: “Mah, questa colonna sonora non sembra malaccio, vero?” e vedere di nascosto l’effetto che fa!

Andrea Neri: AH AH AH!!! Me la rido!

Parliamo dei live… Ho notato con un pò di rammarico che le vostre date sono ancora concentrate su Roma e dintorni. Lancio quindi l’annosa domanda sulle opportunità di suonare live in Italia…
Avete avuto finora qualche contatto per suonare magari di spalla a qualche big act?

Andrea Neri: Ci stiamo provando tramite MySpace. Il nostro management ha aperto un ufficio di booking e anche loro stanno lavorando per noi, ma in Italia è difficile muoversi specialmente con un genere musicale come il nostro.

Ok, non ho altre domande. Vi ringrazio per la disponibilità e, rinnovandovi i miei complimenti per l’ottimo lavoro, vi lascio la parola per concludere l’intervista.

Alessio Contorni: Qualunque cosa vi succeda non arrendetevi mai, su con la vita e… Always look on the bright side of life, pure se si parla di cose truci, ok? Ciao ciao!

Andrea Neri: Grazie della vostra disponiblità e dello spazio concessoci. Rimanete sintonizzati e vedrete che il prossimo disco sarà una vera e propria bomba. A presto!

Astarte Syriaca