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HELLOWEEN + STRATOVARIUS + TRICK OR TREAT

Un piatto succulento per ogni appassionato di power/speed metal melodico ha rappresentato questa serata…un evento se così si può definire; un trittico di ugole d’oro, di doppiacassisti incalliti e di sciorina-melodie da non poco…da una parte l’astro nascente italiano Trick Or Treat che cerca di distanziarsi dall’essere ricordato maggiormente come uno dei migliori tributi agli Helloween era Kiske, grazie alla pubblicazione di due album ben accolti da pubblico e critica…in mezzo gli Stratovarius, band che, tra metalnovela e sfighe varie, cerca di riportare il proprio nome ai fasti di un decennio fa, complice un nuovo disco convincente e maturo…in chiusura gli Helloween che, passato un periodo piuttosto buio a cavallo di fine secolo, ingrana un album più bello dell’altro e che dal vivo ha raggiunto compattezza e precisione raramente avute prima…ma non è stato tutto bello come lo si dipinge…

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Arrivo in sede quando i Trick Or Treat stanno volgendo verso il termine dello show…il pubblico comunque è dalla loro parte e, suoni a parte, la band appare compatta e diretta. Su di tutti l’ugola d’oro Alessandro tiene banco a suon di cazzate e note altissime, facendosi apprezzare sia sulla cover della Loperiana “Girls Just Want To Have Fun” che sulla conclusiva “Like Donald Duck”. L’onore e l’onere avuto dalla band italiana non è stato solo per le due serate nel nostro paese, ma per tutte le date della prima parte del tour, toccando anche Francia e Spagna, segno questo che il valore del sestetto è tale da avere la considerazione europea.

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Cambio palco di una ventina di minuti ed ecco salire sul palco una delle band che ha aiutato a forgiare il tipico power sound di metà anni 90…gli Stratovarius. Sono passati quindici anni dalla prima volta che li vidi e molte cose sono cambiate, e si sente. L’attacco è segnato dall’immortale “Hunting High And Low”, ma da subito si capisce che non siamo tanto in serata. Kotipelto sta male davvero, canta con il fiato corto stonando anche in un paio di casi e chiede aiuto al pubblico per i cori. “Speed Of Light” invece conferma due cose: gli Stratovarius sanno suonare, ma questa sera mancano tiro e volontà; sarà per due o tre piccole imprecisioni sia di Kupiainen che di Porra (autori comunque di due notevoli soli riposa-voce), sarà che il buon Jorg Michael ha scelto di tornare anzitempo sul seggiolino che gli spetta nonostante abbia terminato da due soli mesi le chemioterapie, ma stasera appaiono privi di mordente. Passata “Stratosphere” che ha permesso a Kotipelto di tirare il fiato, si procede con l’innaspettata “Twilight Symphony”, “Phoenix” e la ovvia “Kiss Of Judas”, tutte intervallate da progressioni strumentali dei singoli componenti. Tocca a “Forever” fungere da lento della serata mentre a suggellare lo show arriva “Black Diamond”, dove finalmente riusciamo ad avere un Kotipelto in stato di grazia. Se i problemi di voce non si possono ovviare almeno gli altri strumentisti dovrebbero darsi una scrollata e animare la serata, non solo pensare al proprio compitino…

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Quanto detto per l’act finlandese non si può certo dire degli Helloween…si spengono le prime luci su “For Those About To Rock” preregistrata e dopo un breve intro ecco il quintetto aprire con “Are You Metal?”, direttamente dal nuovo platter. I suoni migliorano un poco ma non saranno mai degni di nota purtroppo, mentre la performance rimane perfetta e lucida come sempre. “Eagle Fly Free” e “March Of Time” (caro Andi, quest’ultima è da Keeper II e non da Keeper I,ndr) mettono subito a dura prova la voce di Deris che come sempre all’inizio è appannata e fredda…arrivano “Where The Sinner Go” e “World Of Fantasy” tra i soli di Sacha (vestito da soldato napoleonico) e Dani, mentre a sopresa compare “I’m Alive” a stupire il pubblico. Deris sa essere un ottimo intrattenitore e un interlocutore a volte esagerato, per cui gli spazi tra una song e l’altra permettono qualche siparietto simpatico…Due chitarre acustiche danno il via a “Forever And One (Neverland)” mentre il prosecuo è rappresentato dall’inaspettata “Handful Of Pain” da “Better Than Raw”, dal medley “Keeper/King/Halloween” e dalla conclusiva “I Want Out” cantata anche dalle transenne. La band esce sotto un tripudio di applausi per poi rientrare a sorpresa con “Ride The Sky” e con una lunghissima versione di “Future World” dove il buon Andi ha presentato la band, preso per il culo Dani Loeble e fatto cantare i presenti fino alla perdita di voce. Gli Helloween salutano e se ne escono nuovamente prima di ricomparire per l’atteso finale: la band ingrana “Dr. Stein” facendo partecipare sullo stage i migliori dr. Stein comparsi nella data meneghina (andate a leggervi sul sito il concorso organizzato e capirete) e chiudendo uno show di quasi due ore, infuocato e avvincente.

Ce ne vorrebbero di più di eventi di questo tipo, visto anche il grande afflusso di pubblico…due icone storiche e una probabile icona futura del metal mondiale hanno inscenato uno dei migliori act di questo 2011. Peccato per gli Stratovarius, ma vivo nella sicurezza che si rifaranno vivi per regalarci emozioni e qualche pezzo dal nuovo disco, totalmente ignorato.

Scaletta Helloween:

Are You Metal?
Eagle Fly Free
March of Time
Guitar Solo
Where the Sinners Go
World of Fantasy
Drum Solo
I’m Alive
Forever and One (Neverland)
A Handful of Pain
Keeper of the Seven Keys / The King for a 1000 Years / Halloween
I Want Out
Encore:
Ride the Sky
Future World
Encore 2:
Dr. Stein

Scaletta Stratovarius:

Hunting High and Low
Speed of Light
Stratosphere
Twilight Symphony
Phoenix
Bass Solo
Guitar Solo
The Kiss of Judas
Forever
Keyboard Solo
Black Diamond