Se avete la fortuna di incontrare gente che la ‘pensa come voi’, nell’arco vitale, sicuramente le possibilità di realizzare la vostra forma d’arte aumenteranno vertiginosamente. Basta poco, da un certo punto di vista: spirito comune che lega, voglia di esternare la propria vena musicale e qualsiasi risultato si ottenga è sempre un successo.
L’importante è non snaturarsi e rinnovarsi ogni volta: alla voce del rinnovamento (meglio dire dell’evoluzione) rispondono i crucchi Ahab, alfieri da quasi due lustri a questa parte di un doom metal che appassiona sempre maggior numero di persone, anche l’appellativo ‘genere di nicchia’ lo esprime ancora. Nel caso del quartetto tedesco la musica si fonde con i testi di chiara matrice nautica, rendendo ancor più suggestivo e opprimente il risultato finale (in certi momenti sembra davvero di trovarsi ai confini del mondo o nelle profondità oceaniche). “The Giant” è il terzo full lenght e si propone spudoratamente di lanciare la band nell’olimpo del genere (grazie anche a un’etichetta che li porta in pompa magna).
Tecnicamente “The Giant” è un disco bilanciato e elegante: nulla è abbandonato al caso; dal songwriting potente, cadenzato, ripetitivo e trascinato alle performance sinistre di Daniel Droste e soci, l’atmosfera che si respira è inquietante: un eccelso lavoro di produzione (basandosi sui canoni del genere) permette di ascoltare ogni singolo respiro delle sei songs, mentre in fase di mixing e mastering il risultato ottenuto è di un disco che suona ‘retrò’ ma al tempo stesso odierno.
“Aeons Elapse” e “Antarctica The Polymorphess” vi catapulteranno giù dalla sedia, mettendovi in una condizione di disagio psico/fisico perpetuo, “Deliverance (Shouting At The Dead)” vi darà una spinta verso il fondo del mare mentre la conclusiva titletrack che la band farà la felicità dei doomsters accaniti.
Gli Ahab hanno provato a dare una sferzata al proprio sound, lavorando su quei particolari (tutt’altro che irrilevanti) che rendono un disco pregno di atmosfera…paragonarli ai mostri sacri del genere, ad ogni modo, è ancora precoce, ma con “The Giant” siamo su un’ottima rotta…