Quando ho preso (volutamente) in mano questo disco non sapevo a cosa andavo incontro. Conoscevo poco gli Asia e mi rifacevo ai lavori dell’era più ‘prog’ della band, quando l’act inglese cercava di infarcire il proprio AOR di partenza con tutte quelle esperienze che le ‘band primarie’ di ciascun membro avevano contribuito a creare.
Per cui ho preso “XXX”, l’ho ascoltato e l’ho accantonato per un po’…per riscoprirlo come un disco veramente interessante, un tentativo di recupero di quegli sfarzi di inizio carriera (vedi il debut del 1982) che avevano introdotto gli Asia come una nuova frontiera del rock melodico. “XXX”, come esprime il titolo, festeggia le trenta candeline di vita e riporta in auge la formazione orginale, con Steve Howe (Yes), Carl Palmer (ELP), John Wetton e Geoff Downes. Il drastico riavvicinarsi alle coste melodiche del rock non snatura la vena tecnica del quartetto, qui molto ‘trattenuto’ nelle performance ma capace di esprimere armonie e passaggi tutt’altro che scontati e semplici.
Tecnicamente, “XXX” è un disco che si apre ad ogni ascolto: la produzione tipicamente AOR mette in risalto l’animo caldo di chitarre e tastiere, sostenute da una sezione ritmica incisiva ed ariosa. I suoni sono caldi e cristallini, mentre il lavoro in consolle è svolto con estrema cura (specie nel mixing che permette di scovare ogni singolo elemento). Sulle performance non mi dilungo, visto che non stiamo parlando di musicisti di primo pelo.
A tutti gli amanti dell’AOR classico scenderà una lacrimuccia ascoltando songs come la diretta “Tomorrow The World” o “New Religion” o la più easy “How Do You Feel”…da brividi la romantica “Bury Me In Willow” (forse l’highlight del disco) e la ruffianissima “Al Gatto Nero”, così come non mancano le ‘good vibrations’ durante “Faithfull” e la conclusiva “Ghost Of A Chance”.
In un periodo in cui le band storiche stanno ritrovando se stesse, sicuramente gli Asia possono essere considerati tra i massimi esempi.”XXX” infonde sicurezza dal primo all’ultimo solco e la sensazione è che siamo solo all’inizio della ‘risalita’.
