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L’Italia non merita il rock e il metal

Quante volte avete pensato frasi del tipo “vorrei che il rock e il metal siano più famosi in Italia”, “vorrei sentire nuove canzoni alla radio” oppure, visto che siamo ancora in tempo, “vorrei che ci fossero del rock e del metal a Sanremo”? O anche meglio, vi chiedete tuttora perché tante band snobbino l’Italia per i loro concerti o perché spesso molte band facciano una sola data in Italia?

Ecco, sappiate che queste domande potrete continuare a farvele tranquillamente, perché il rock e il metal non diventeranno mai famosi qui, neanche un minimo, e quando ci saranno delle band rock in gara a Sanremo o anche solo come ospiti, verranno snobbate. Per quanto riguarda invece i tour e i concerti delle band, è un discorso che spesso va a parare sulla mentalità generale in Italia.

Partendo proprio dalla mentalità generale italiana, possiamo capire il motivo per il quale questo genere non è meritato e non sarà mai abbastanza seguito, neanche minimamente. Per capirlo meglio “smontiamo” questa mentalità in due parti: da una parte quella del nostro “carissimo” metallaro medio, dall’altra quella dell’italiano medio. Parlando della mentalità del metallaro medio, beh, la conosciamo bene. In Italia siamo messi male, con una scena che fatica a crescere già di suo in tutto, dalla varietà tra i generi, alle band che non riescono ad uscire dall’underground. Poi ci si mette anche il perenne preferire il vecchio al nuovo, con i soliti motivi del “i giovani non capiscono cos’è veramente il metal”, “il metal non è più come una volta”, e tante altre frasi che ormai vengono dette a ripetizione da ogni metallaro medio, sotto ogni post che parla di qualche band “nuova” o che secondo loro, e purtroppo sono tanti, non rappresenta il metal. Invece, parlando della mentalità dell’italiano medio…siamo messi anche peggio. Una mentalità dove parlare di droga, sesso, alcool e (cosa più incredibile) dire una parolaccia è ancora un tabù.

Per capire questa seconda mentalità la cosa migliore è vedere Sanremo. Ho visto Sanremo per tutte e cinque le serate, ho seguito tutto quello che si diceva sui social prima, durante e dopo il festival, in poche parole, so praticamente tutto quello che c’è da sapere sul festival, ed è proprio grazie a questo che ho avuto la conferma che i “nostri” generi preferiti non sono meritati e non diventeranno famosi. Perché? In primis, a livello di concorrenti le band non sono mai ben viste. Ad esempio, quest’anno ci sono state due band in gara, Negrita e The Zen Circus. I primi in passato hanno avuto molto a che fare con il rock italiano, i secondi invece tutt’ora sono ancora una grossa presenza nell’indie rock italiano. Il punto sono certi commenti, letti soprattutto sulle pagine del festival e della Rai, che si focalizzavano sul modo di vestirsi dei vari musicisti delle due band, o che addirittura si stupivano dell’utilizzo della parola “anarchia”. Ho visto anche commenti scandalizzati dal fatto che nella canzone portata da Daniele Silvestri, Rancore e Manuel Agnelli ci fosse la parola “cazzo”.

Inoltre, insieme ad un pubblico che si sconvolge veramente per poco invece di ascoltare bene le canzoni, troviamo i giornalisti. Giornalisti che, specialmente durante Sanremo, sembrano dimenticare che il loro lavoro sia qualcosa di serio, scrivendo articoli sul tipo di vestiario degli artisti…o addirittura compromettendo un artista in gara. Sì, proprio compromettendolo, proprio come è successo ad Achille Lauro, accusato di aver portato a Sanremo un testo sulla droga. Di base si può fare il discorso che feci con Sfera Ebbasta, in tutto e per tutto, visto che anche un politico si è espresso riguardo al testo del brano, ma la cosa grave in questo caso è il fatto che si sia sfavorito uno degli artisti in gara. Infatti, Achille Lauro, per le prime due serate era in testa alla classifica di Sanremo, ricevendo pareri molto positivi dal pubblico, e visto il suo genere (la trap), per lui è stato un “trionfo” …ma guarda caso, il giorno dopo la seconda serata, è uscito un primo articolo dove si accusava l’artista di plagio. Vedendo che l’articolo però non “prendeva” molto il grande pubblico, qualcuno ha deciso di far rilasciare un servizio sul fatto che il testo parlasse di droga e questo sì che è riuscito a prendere molto il grande pubblico, tanto da far finire l’artista dall’avere alte possibilità di vittoria, ad avere solo il nono posto nella classifica. Sì, lo so, a Sanremo girano un sacco di soldi e chissà quanti “impicci” sono stati creati per avere un certo vincitore e un certo posto in classifica per un altro dato artista, però per la lettura di questo articolo, facciamo finta che sia tutto regolare.

Ora, prendiamo tutto quello che ho raccontato su Sanremo e ragioniamo come se al posto di Achille Lauro ci fosse stata una band rock o metal, o che invece di essere in gara fosse stata ospite (visto che la percentuale delle band rock/metal che cantano in italiano è molto bassa). Perché anche un semplice ospite potrebbe scatenare uno scandalo. Pensate a tutto quello che potrebbe succedere, alle critiche, ai vari articoli per sconvolgere il pubblico, addirittura la polemica sul modo di vestirsi. Pensate a tutto questo e domandatevi poi se ce lo meritiamo. Che sia chiaro, non voglio assolutamente dire che il “nostro” sia il genere migliore di tutti, che sia solo per poche e tante altre affermazioni che odio, ma voglio dire, con tutti i problemi che il rock e il metal hanno oggi sia a livello di fandom che a livello di qualità, meriterebbero di andare incontro a scandali simili? Che andrebbero anche a finire per essere politicizzati? Per questo, anche se fa male il fatto che il rock e il metal non diventeranno più famosi, è meglio che questi due generi rimangano al livello degli ultimi anni, lasciando il posto ad altri generi e restando dove quasi nessuno sembra saperne dell’esistenza.

In fondo l’Italia, anche nel suo sfornare grandi artisti in tutti i generi, ha sempre avuto un pubblico che è cascato facilmente e subito nello scandalo e che soprattutto ha sempre basato i propri gusti musicali sulle hit da radio. Capite bene che ciò significa che l’ascoltatore medio italiano non avrà mai un suo artista preferito, perché si tratta di un pubblico che fa cadere nel dimenticatoio a suo piacimento gli artisti; unire il “popolo” al fandom del rock e del metal, che già è messo male, vorrebbe dire la fine per la musica in Italia, musica che già di suo è finita ormai da molti anni… ma attenzione, non a livello di qualità, ma a livello di gente che sa ascoltare.