Questa donna ha avuto sempre delle buone doti canore che, a mio avviso, non sono mai emerse più di tanto nella sua carriera precedente.
La ritroviamo qui, a distanza di tempo, che comincia a “brillare” per la sua nuova carriera da solista, esattamente come il suo album “Shine“. Odio fare le track by track, ma in questo caso è necessario per capire le emozioni che ogni canzone riesce a comunicare nell’ascoltatore, perchè è una cosa che nessuno è riuscito a farmi provare così tanto prima di ora.
La opener dell’album, “Like A Show Inside My Head“, ha un’intro malinconica, accompagnata da archi e tastiera. Ascoltando il brano, grazie sia alla parte strumentale che alla voce di Anette, nasce all’interno dell’ascoltatore un vuoto, il sangue si gela e cominciano letteralmente i brividi.
E’ il turno di “Shine“, omonima traccia dell’album, che fa sparire un po’ quel senso di vuoto e freddo che era stato creato dall’ascolto della canzone precedente, conferendo un senso di speranza con il suo “you’ve never been lonely”.
Con “Floating“, la prima traccia lenta, torniamo nel tunnel della malinconia, così come con il primo singolo “Lies“, che abbiamo avuto tutti modo di sentire, un brano che prosegue questo percorso di emozioni forti che vengono sparate nelle orecchie dell’ascoltatore e raggiungono pian piano il suo cuore.
“Invincible” rappresenta la traccia che vi devasterà una volta per tutte. Dopo tutto questo via e vai emotivo, ecco la canzone dedicata al primo figlio Seth, lenta e bellissima, che fa letteralmente piangere (e dire che io non piango mai ascoltando musica ndr). Si sente tutto l’amore che una madre prova per il proprio bambino e bisogna essere veramente non umani per non tirare fuori qualche lacrima dopo un ascolto del genere. Sulla stessa scia si colloca “Falling” (pezzo collocato dopo “Hear Me” ndr) che avevamo già avuto modo di sentire in versione demo.
Segue “Hear Me“, un pezzo ritmato che nasconde una richiesta di essere ascoltati, come da titolo, che viene trasmessa perfettamente al destinatario.
Le ultime tre canzoni rappresentano un trio, che preso in maniera unitaria, distrugge sempre più.
“Moving Away” , improntata sul menefreghismo e sulla necessità di andare avanti a qualsiasi costo, è seguita da “One Million Faces” feat. Martijn Spierenburg dei Within Temptation, un accompagnamento melodico alla tastiera che porta a essere questo brano uno dei preferiti dell’album.