Sicuramente è importante la ricercatezza musicale e sicuramente può essere piacevole ascoltare un record senza pecche esecutive e con fronzoli e virtuosismi, ma è ancora più importante l’originalità compositiva e soprattutto che la musica non sia fine a se stessa… Detto ciò vediamo cosa propongono i Binary Creed con questo nuovo album, “A Battle Won”.
Dalla prima canzone, “Servants”, sembra avere per le mani un disco interessante. La traccia non è male tuttavia sembra un po’ plasticosa e con la voce troppo sforzata e poco spontanea. Purtroppo l’album non migliora, accentuando sempre più le caratteristiche che nella prima song erano leggermente fastidiose. Tanta pedanteria e insistenza sia sulla linea vocale che quella di chitarra fanno risultare ripetitivi i riff principali, come ad esempio in “Lurking in the Shadows”. La voce, sicuramente non una delle mie preferite…, è eccessivamente forzata e “di gola”. Troppe linee vocali sovrapposte fanno risultare fastidiosi interi pezzi di verse in molte tracce, ma in particolar modo “Black Storm”, che altrimenti sarebbe un’ottima canzone. Oltre all’aspetto strettamente tecnico, la sensazione che si ha ascoltando l’album e quella di déjà vu. Inoltre la varietà compositiva non è ben evidenziata a causa della monotonia della linea vocale un po’ in tutto l’album. Le critiche mosse a questo LP non valgono per l’ultima canzone che meriterebbe un voto a parte: “Journey Without End” è senza dubbio la migliore traccia sul disco. L’atmosfera cambia e anche la voce non sembra più così esasperata, non ci sono le doppie linee vocali, ci sono buoni riff con ottima varietà ritmica e musicale, insomma una buona canzone!
Tutto sommato questo non è un record eccellente e, come dicevo in introduzione, è importante trasmettere qualcosa con la musica, cosa che non si percepisce abbastanza in questo disco. Sufficiente.