Mi trovo qui fra le mani a recensire il quinto full degli statunitensi Carnifex, una delle band più longeve, se si può usare questo termine, del fenomeno deathcore esploso a metà anni 2000 . Il loro esordio discografico risale al 2007. Il titolo dell’album è “Die Whitout Hope” ed è composto da ben 10 canzoni.
Ci tengo a precisare una cosa fondamentale e importantissima, il sottoscritto non è per niente amante di queste sonorità e delle tematiche trattate dal genere, ma nonostante ciò cercherò di rendere giustizia il più possibile con una certa obiettività.
L’album in se per se è molto omogeneo, tutti i brani proposti hanno una struttura ben delineata e a volte molto simile e ripetitiva sia nelle accelerazioni che nelle parti più cadenzate con i breakdown, che non li fa brillare certo per fantasia, ma nonostante questo godono di una discreta produzione, abbastanza chiara, che li rende più “godibili”. Dicevamo, i pezzi più o meno viaggiano alla stessa intensità , ho trovato qualche spunto “interessante” in “Condamned Decay” e “Draged Into Grave“. Per il resto, staticità totale.
Arrivando verso la fine personalmente mi è venuto da sorridere alla traccia numero 9, “Reflection Of The Forgotten” ,una strumentale che con le sue melodie i suoi accordi e arpeggi mi ha rimandato alla mente la sigla del cartone animato Gargoyles, il che è tutto dire.
Personalmente non amo parlare male di qualcosa ma, tirando le somme, consiglio l’ascolto e magari l’acquisto esclusivamente agli amanti e ai neofiti del genere, che troveranno sicuramente interessante questo nuovo tassello, un buon album deathcore, niente di più niente di meno.