Attraverso malinconiche note di un violino ormai dimenticato, prende vita la storia di Anna, un’orfanella che, come in un sogno, ripercorre la vita dei genitori Sofia ed Eric, in undici tracce tratte da “Sofia’s Forgotten Violin”, l’ultimo album della band bellunese Sirgaus.
La voce narrante di Sonia Da Col, accompagnata di tanto in tanto da quella di Massimo Gosetti, ci introduce ad un mondo fantastico, dalle sfumature gotiche e decadenti, che senza alcun dubbio non potevano essere rese in maniera migliore che dal suono del violino di Lethien, violinista degli Elvenking, che, in una collaborazione con la band di Belluno, attribuisce a questa produzione un carattere assolutamente unico.
Impostato interamente su un genere che potrebbe essere definito Heavy Rock, anche se talvolta l’ingresso del basso rimanda a sonorità Doom, l’album risulta essere di difficile classificazione: numerose orchestrazioni che accompagnano il suono onnipresente del violino, come è possibile ascoltare in “Sofia’s Forgotten Diary“, non tolgono spazio a suoni più duri, come ad esempio quelli di “Desert City“, probabilmente la traccia migliore della produzione.
Non mancano le melodie lente, arpeggiate, gotiche di “Cellar“, l’influenza blues di “Sofia’s Memories“, che si conclude con un’outro strumentale, o l’alternanza fra le voci, di cui si ha un’ottima dimostrazione in “Through The Creepers“: lineamenti Grunge per la vocalità di Sonia, un elemento sicuramente anomalo in un genere simile, che dona unicità alle melodie, e una voce maschile non eccessivamente lontana da quella di Marco Hietala.
Un album particolare, questo “Sofia’s Forgotten Violin“, che combina fra loro elementi molto discordanti, che, però, si addicono perfettamente al racconto che ne fa da sfondo. Unica, ma grande pecca, il protagonismo assoluto delle voci, che comporta un automatico passaggio della musica in secondo piano, quasi fosse una vera e propria narrazione su un background melodico di accompagnamento.
