La musica si evolve, i generi si evolvono, la qualità delle produzioni musicali si evolvono anche esse, ma rimane sempre uno zoccolo duro che se ne infischia di tutto questo e preferisce far riassaporare all’ascoltatore quella sensazione di “marciume” (in senso buono, è chiaro) e grezzo che solo le produzioni di fine anni 80 e inizio anni 90 sanno ancora oggi regalare.
Dove tutto si sta “imborghesendo” verso la ricerca di un sound più pulito, vi sono gruppi come i qui presenti Cemetery Lust che, anche semplicemente dando un occhio alla macabra copertina, ci fanno tornare indietro.
Il quintetto di Portland ritornano alla ribalta della scena Black/Thrash (o meglio, del “Rape Thrash” come lo chiamano loro), freschi di nuovo contratto discografico con la Hells Headbangers Records , con un album che non necessita di minuziose analisi e rotocalchi vari.
L’intro “Inhumane Indulgence”, attraverso gli acuti delle chitarre e una voce demoniaca, ci trasporta verso uno scenario apocalittico dove i più primoridiali istinti umani vengono alla luce.
Da qui alla fine non un attimo di pausa, non un solo misero secondo per riprendere fiato. I riff di chitarra sono diretti e ruvidi ma risultano, allo stesso tempo, essere molto più elaborati dal punto di vista tecnico rispetto alle prime produzioni pubblicate.
Innumerevoli anche gli assoli di chitarra rapidi e taglienti come i canoni del Thrash esigono; i chitarristi in alcuni pezzi, come in “Malice In The Morgue” e in altre tracce, si alternano in questi, un po’ come se duellassero.
Fare un analisi dettagliata di ogni singola traccia sarebbe inutile, l’album scorre velocemente e non c’è una rilevante differenza tra un pezzo e l’altro, tutto si riassume in un audita violenza in ogni singola traccia.
Neanche le tematiche sono di estrema rilevanza; omicidi, stupri e alcolismo non spingono a contorte riflessioni in merito.
In definitiva, l’album supera ampiamente la sufficienza. Il genere non vuole sperimentazioni, non vuole cambiamenti, non vuole nessun elemento di rinnovamento e sicuramente gli amanti del genere non potranno che essere soddisfatti di Orgies of Abominatiom.