La musica può essere semplice e diretta, priva di fioretti voluttuosi o arrangiamenti evoluti, l’importante è che parta dalla profondità del cuore e raggiunga l’apice dei sensi; a volte, ascoltando acts dediti a soluzioni ‘normali’, sembra che qualcosa riesca a fiorire dentro di noi, portando quel leggero senso di innamoramento che avvolge e rende tutto più magico.
I Crematory non sono certamente una delle band più easy-listening esistenti, tuttavia l’evoluzione del gothic metal dei sei tedeschi è sempre stato impattante al primo ascolto; non fa eccezione questo nuovo “Monument”, album dove Felix Stass e soci perpetuano il complesso discorso di abbinamento tra metal oscuro e arrangiamenti tra orchestrazioni e sinths. La capacità di rendere accessibile un genere ‘duro’ non è da tutti, e quella lievissima vena ruffiana di cui si permeano le songs diventa una fida compagna attraverso i ripetuti ascolti.
La produzione è fredda e colta, costruita ad hoc per rendere equilibrata la resa finale della dozzina di brani; i suoni sono puliti e limpidi per meglio far apprezzare i contrasti mentre le performance denotano una band sempre più intelligente e affamata di musica. Al mastering spetta il compito di espandere la botta sonora, coaudiuvato da un mixing che non elogia ne premia alcun elemento.
“Monument” è un disco che si può ascoltare anche tutto d’un fiato senza skippare alcun capitolo…”Misunderstood”, “Die So Soon” e “Before I Die” arrivano come cazzotti nella pancia, aiutati da cori precisi e affilati; “Haus Mit Garten”, “Eiskat”, “Everything” e “Die Letzte Schlacht” si plasmano su arrangiamenti vincenti, il che li porta ad essere il vero e proprio clou, mentre “My Love Within” e la conclusiva “Save Me” rimangono come i due capitoli meno convincenti (o forse non all’altezza) di questo platter.
I Crematory continuano a muoversi sinuosi e silenziosi forgiando platter dal gusto forte e dal sempre vivo carattere; “Monument” piacerà sia ai fans del genere sia a chi cerca musica dalla godibilità intelligente.