La ciclicità dei trend musicali non segue onde temporali ben definite e molto spesso l’aspettativa si allunga attraverso decadi…sopravvivono i miti o i pionieri mentre la quasi totalità delle band di medio livello sono destinate a rimanere un nome ‘cult’ da annoverare tra collezionisti e appassionati di ‘storia’ del genere. Chi ne guadagna, al rispuntare del movimento, sono i gruppi giovani che oltre a trovare la strada già ben delineata possono contare sul supporto di fan ‘vergini’…
I Dust Bolt appartengono a quella falange di gruppi che stanno caratterizzando la new wave of thrash metal…”Mass Confusion” è la terza creatura nel giro di pochi anni e perpetua la passione sfrenata per la mitica Bay Area, caratterizzato da undici songs bastarde sia nel cuore che nell’anima. I quattro crucchi hanno sapientemente imparato la lezione e ne hanno volutamente ricalcato i contorni, riuscendo a ritagliarsi una bella fetta di pubblico anche attraverso i vari tour che li han visti protagonisti; ma non è tutto oro quel che luccica…la vena pulsante di Lenny e soci è carica di spirito e voglia di fare, certamente, ma non abbastanza da confermare lo status di una band in crescita, dove solo una piccola vena di modernità si fa viva qua e là nelle strutture.
La produzione è feroce, dedicata alla resa dell’impatto e della sana violenza contenuta; i suoni tagliano come lame affilate mentre le performance mettono sul piatto una band dalle indubbie capacità e dall’esperienza invidiabile, capaci di creare lo scappoccio già dalle prime note. Mixing e mastering lavorano sull’esplosione ragionata di riffs e batterie martellanti, riuscendo a creare un bilanciamento tra il tiro delle strofe e il pathos dei chorus.
“Mass Confusion” potrebbe tranquillamente suddividersi in due tronconi, con una prima parte tipicamente old e una seconda meno diretta e catalizzante; paradossalmente, songs come la titletrack o “Allergy” riescono a spaccare le ossa meglio di episodi più ragionati come “Empty Faces” o “Portraits Of Decay”…I migliori Dust Bolt fuoriescono con “Turned To Grey”, “Mind The Gap” e “Blind To Art”, dove la passione scaturisce incontrollabile e sfrenata, e anche qualche timida mossa convincente con la conclusiva “Masters Of War”.
In definitiva, i Dust Bolt perpetuano nel coltivare sia il proprio sogno che la propria arte…un disco che conferma l’attitudine dei quattro tedesconi ma in cui si paventa una certa spavalderia nel nascondere, forse, la paura di innovare. Il limbo non sempre è la scelta migliore.