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JINJER – King Of Everything

A qualunque livello una band possa essere, da amatoriale a professionale, è importante soprattutto non prendere in giro se stessi…impresa ardua in ogni caso, perché il confine tra ciò che si è e ciò che si crede di essere è talmente labile che in molti casi viene superato senza accorgersene. Sia che l’obiettivo più grande sia riuscire a provare in garage o suonare da headliner al Wacken, di base bisogna sempre fare una doccia di umiltà e rispetto.

 

I Jinjer, sinceramente, non rappresentano una di quelle situazioni dove tutto è equilibrato…gli ucraini arrivano al secondo disco, sotto Napalm Records, portandoci al cospetto di uno degli esempi più lampanti di questo 2016 in termini di incoerenza…grandi parti death, innesti metalcore, growls, virate female e uno smisurato amore per il prog vengono buttati in un calderone senza seguire una ricetta fedele e precisa, lasciando credere che la variegabilità di strutture sia una scelta voluta…in realtà tutto sembra accozzato e impastato per ‘apparire’ e il titolo del disco è un paradosso lampante.

 

In termini tecnici la band ha fatto ulteriori passi avanti, potendo usufruire di mezzi adatti alla resa ‘pesante’. I suoni freddi e limpidi, uniti a un mixing pignolo e ad un mastering indovinato, permettono al quartetto di sfogare rabbia e potenza senza problemi, facendoci gustare delle prove strumentali professionali (anche se un po’ anonime) e una Tatiana Shmailyuk incandescente e carica come una molla…e forse, questo aspetto fa incazzare ancora di più!

 

Tante capacità esecutive e tanta foga non possono essere esternate in capitoli come il duo iniziale “Prologue”/”Captain Clock”, un supporato incolore di metal moderno e canto femminile…le cose migliorano solo in pochi casi, ovvero i due singoli “Words Of Wisdom” e “I Speak Astronomy”, dove la band riesce ad imprimere maggior convinzione sia nella stesura delle idee che nelle soluzioni concernenti gli arrangiamenti…da “Sit Stay Roll Over” fino a “Dip A Sail” sono le prodezze tecniche a far da padrone e solo “Pisces” restituisce un filo della magia di metà platter…”Beggar’s Dance” vuol essere una provocatoria chiusura in funky mood, come un incanto dopo tanto inferno, che in questo caso sa molto di presa in giro…

 

Di dischi poco convincenti ne ho ascoltati tanti, ma raramente ho potuto assistere ad una tale mancanza di concetto…auguro ai Jinjer di recuperare quella fiamma che scaturisce agli inizi e di provare ad ascoltare molte più volte le proprie idee prima di darle in pasto al mondo. Aiuto.

  • 4,5/10

  • JINJER - King Of Everything

  • Tracklist

    01. Prologue

    02. Captain Clock
    03. Words Of Wisdom
    04. Just Another
    05. I Speak Astronomy
    06. Sit Stay Roll Over
    07. Under The Dome
    08. Dip A Sail
    09. Pisces
    10. Beggar's Dance

  • Lineup

    Tatiana Shmailyuk: Vocals

    Roman Ibramkhalilov: Guitars
    Eugene Kostyuk: Bass
    Dmitriy Kim: Drums