[ENG] On February 21, 2025, with “Set It Free“, Enbound return after nine years with the intention of revolutionizing their music. The arrival of Toby on vocals and Andy on guitar promises a breath of fresh air and energy, making this comeback a true evolution of their sound: more modern, innovative, and perfectly balanced between power and melody. But did they succeed? Let’s find out together.
Regardless of everything, “Set It Free” is the expression of a band in growth, capable of balancing tradition and innovation without completely overturning their identity. While introducing some new elements, the album remains anchored to the solidity of the genre, featuring dynamic structures and great attention to technical details. Beyond the quality of execution, the album holds symbolic value as an artistic rebirth, though at times it follows predictable patterns without taking significant risks.
From a structural perspective, “Set It Free” is a well-constructed album. The songs naturally alternate between aggressive sections and more melodic moments, maintaining harmonic coherence that highlights the band’s technical precision. Right from the opening track, “Assaulted Taste“, characterized by sharp riffs and powerful percussion, the album sets a strong tone. Songs like “Maximize” and
“Extreme” showcase the band’s ability to create engaging rhythmic progressions, while more layered tracks such as “The Foresight Bleeding In Your Heart” require attentive listening to fully grasp their nuances. The balance between technique and melody is undoubtedly one of the album’s strengths, although at times, the rigidity of the songwriting sacrifices emotional impact, making the overall experience less dynamic than it could be.
Toby’s arrival brings fresh energy to the band’s sound, playing a crucial role in its evolution. His voice, powerful and distinctive, blends well with the instrumental lines, adding depth and dynamism. However, his style sometimes feels overly controlled, limiting the unpredictability that could give the songs an extra push. Despite this, his performance remains top-notch, with particularly standout moments, such as the duet with Lee Hunter in “Actors“.
Jacob Hansen’s production shines with clarity and precision: every instrument is perfectly balanced, ensuring a sound quality that enhances even the smallest details. The technical care is evident throughout the album, from the compressed mix in the heavier tracks to the delicate spatial balance in songs like “Leave Them To The Night“. While the production approach is impeccable, at times, the pursuit of technical perfection tends to overshadow the raw edge that, in other metal productions, adds a sense of authenticity.
“Set It Free” is a technically flawless album, yet at times, it feels overly constructed. The meticulous attention to detail reduces spontaneity, while the lyrics, though consistent, can occasionally seem somewhat stereotypical and less impactful. The production is clean and powerful but perhaps too polished, stripping the sound of a rougher, more authentic touch. The band never truly takes risks, sticking to a safe and well-tested style. Additionally, while the dynamic control is solid, it lacks significant variations, making the listening experience somewhat homogeneous. A well-crafted work, but missing that spark that would have made it truly memorable.
“Set It Free” represents an important step for Enbound, an album meticulously crafted that blends tradition and innovation while carving out its place in the melodic metal scene. The technical and production quality is undeniable, as is the energy that runs through every track. However, the almost obsessive focus on precision slightly dampens spontaneity, and some lyrics feel predictable. Without drastically changing their style, the band demonstrates talent and solidity, delivering an engaging and well-constructed record. Had they dared a bit more in songwriting and dynamics, “Set It Free” could have made an even deeper impact.
[ITA] Il 21 febbraio 2025, con “Set It Free“, gli Enbound tornano dopo nove anni con l’intenzione di rivoluzionare la loro musica. L’arrivo di Toby alla voce e di Andy alla chitarra promette una ventata di freschezza ed energia, trasformando questo ritorno in una vera evoluzione del loro sound: più moderno, innovativo e in perfetto equilibrio tra potenza e melodia. Ma ci saranno riusciti? Scopriamolo insieme.
A prescindere da tutto “Set It Free” è l’espressione di una band in crescita, capace di bilanciare tradizione e innovazione senza stravolgere la propria identità. Pur introducendo alcune novità l’album resta comunque ancorato alla solidità del genere, con strutture dinamiche e grande cura per i dettagli tecnici. Oltre alla qualità dell’esecuzione, emerge il valore simbolico di una rinascita artistica, anche se a tratti il disco segue schemi prevedibili, senza osare troppo.
Dal punto di vista strutturale, “Set It Free” si presenta come un album ben costruito. I brani alternano con naturalezza sezioni aggressive e momenti più melodici, mantenendo una coerenza armonica che mette in risalto la precisione tecnica della band. Fin dall’apertura con “Assaulted Taste“, caratterizzata da riff incisivi e percussioni potenti, l’album mostra un’impronta decisa. Brani come “Maximize” ed “Extreme” dimostrano la capacità del gruppo di creare progressioni ritmiche coinvolgenti, mentre pezzi più stratificati come “The Foresight Bleeding In Your Heart” richiedono un ascolto attento per coglierne tutte le sfumature. L’equilibrio tra tecnica e melodia è sicuramente uno dei punti di forza del disco, anche se in alcuni momenti la rigidità della scrittura tende a sacrificare l’impatto emotivo, rendendo l’insieme meno dinamico di quanto potrebbe essere.
L’arrivo di Toby dona nuova energia al sound della band, contribuendo in modo determinante alla sua evoluzione. La sua voce, potente e riconoscibile, si adatta bene alle linee strumentali, aggiungendo profondità e dinamismo. Tuttavia, il suo stile a tratti risulta fin troppo controllato, limitando quell’imprevedibilità che potrebbe dare ulteriore spinta ai brani. Nonostante questo, la sua performance resta di alto livello, con momenti particolarmente riusciti, come il duetto con Lee Hunter in “Actors“.
La produzione di Jacob Hansen brilla per chiarezza e precisione: ogni strumento è bilanciato alla perfezione, consentendo una resa sonora che esalta anche i dettagli più minuti. La cura tecnica spicca in tutto l’album, dalla compressione del mix nelle tracce più aggressive al delicato bilanciamento degli spazi sonori in pezzi come “Leave Them To The Night“. Sebbene l’approccio produttivo risulti impeccabile, in alcuni momenti la ricerca della perfezione tecnica tende a soffocare l’eventuale carattere “grezzo” che, in altre produzioni metal, dona un tocco di autenticità.
“Set It Free” è un album tecnicamente impeccabile, ma a tratti troppo costruito. L’attenzione maniacale ai dettagli riduce la spontaneità, mentre i testi, pur essendo coerenti, possono talvolta apparire un po’ stereotipati e meno impattanti. La produzione è pulita e potente, ma fin troppo levigata, privando il sound di quel tocco più grezzo e autentico. La band non rischia mai davvero, mantenendosi su uno stile sicuro e collaudato. Inoltre, la gestione delle dinamiche, seppur solida, manca di variazioni significative, rendendo l’ascolto omogeneo. Un buon lavoro, ma senza quel guizzo che lo avrebbe reso davvero memorabile.
“Set It Free” rappresenta un passo importante per gli Enbound, un album curato nei minimi dettagli che fonde tradizione e innovazione ritagliandosi uno spazio nel panorama melodic metal. La qualità tecnica e produttiva è indiscutibile, così come l’energia che attraversa ogni traccia. Tuttavia, l’attenzione quasi maniacale alla precisione smorza in parte la spontaneità, e alcuni testi risultano prevedibili. Pur senza stravolgere il proprio stile, la band dimostra talento e solidità, confezionando un lavoro coinvolgente e ben costruito. Se avessero osato un po’ di più nella scrittura e nelle dinamiche, “Set It Free” avrebbe potuto lasciare un segno ancora più profondo.
