Il compito del recensore è, per alcuni aspetti, difficile…regalare ore ad un disco cercando di estrapolarne il messaggio lirico/musicale, impostare un paio di linee guida da seguire per la recensione e provare ad essere originali nella stesura senza perdere ‘la bussola’ per strada sono i presupposti per rispettare anche la più infima delle opere dateci in pasto, specialmente quando si vorrebbe congedare l’album in questione con un semplicissimo ‘già sentito’…
I Faithsedge hanno richiesto molto tempo per il parto dell’analisi…la creatura di Giancarlo Florindia giunge qui al suo terzo sigilllo, portandoci una decina di songs molto care all’hard rock/aor di fine anni 80, genere che sta subendo un vero e proprio revival negli ultimi anni…coadiuvato da artisti di primo ordine come Tim Gaines (Stryper), Matt Starr (Ace Frehley, Mr. Big), Alex Del Rosso e Alessandro Del Vecchio, il vocalist/mastermind si lancia in un frenetico tentativo di rinverdire quel sound melodico e corposo attraverso una lente di introspezione moderna, riuscendo se non altro a fogiare un prodotto professionale sotto tutti i punti di vista.
Sarà l’esperienza di Alessandro Del Vecchio alla produzione o la ‘mano’ dei guests presenti, ma “Restoration” suona caldo e ammaliante come una giornata estiva; la voce del buon Giancarlo rispetta tutti i canoni del genere, fornendo una performance studiata sin nel più piccolo particolare. Il mastering e il mixing privilegiano ovviamente la componente armonico/melodica delle songs, lasciando comunque lo spazio ideale per la ‘botta’ della sezione ritmica.
“Restoration” non rivoluzionerà il genere ne tanto meno potrà fregiarsi della palma d’oro per l’innovazione, ma saprà abbracciare amorevolmente ogni appassionato del genere…”Never A Day”, “Her Way Back” e “This War” non fanno prigionieri, incrociando il pathos vintage con l’attuale mastodonticità di suoni; i veri picchi si riscontrano nelle più dirette “Jennifer”, “Let You Breathe” e “You Cannot Give Up”, dove una certa ‘commercialità’ si rivela l’ingrediente ideale per la resa finale delle strutture. Se cercate interpretazione e trasporto lanciatevi a ripetizione in “Faith And Chris”, “Regret At All” e “This Is Everything”, ovvero i capitoli dove l’interpretazione da parte di mr. Florindia tocca l’apice.
Un disco ‘semplice’ ma che per questo motivo richiede numerosi ascolti…”Restoration” mostra l’ottima salute compositiva di Giancarlo Florindia e soci, lasciando all’esperienza il compito di farle rendere al top. Un disco genuino e sincero che pretende di essere esclusivamente ciò che è, ovvero buona musica.