La metodologia di unione di più generi ha da sempre affascinato musicisti e fan, riuscendo a scaturire una spasmodica curiosità verso ciò che è ‘strano’ e ‘diverso’; osare sperimentare non è una capacità comune a tutte le persone, tuttavia basta solleticare gradatamente l’estro per riuscire a scovare nuovi canali di espressione…
Gli Hemotoxin sono veri e propri amanti dei merge di generi estremi…all’attivo da pochi anni e già con un debut interessante alle spalle, il quartetto di Pittsburgh appare sin dai primi solchi ascoltati un vero e proprio animale da battaglia…death, thrash, progressive, extreme e una sottile vena melodica vengono miscelati con attenzione e chimico rigore, forgiando un connubio strumentale che richiama le mitiche lezioni impartite dai maestri sacri del genere; pur non essendo nulla di particolamente innovativo, Michael Chavez e soci possiedono un approccio fresco ed evergreen che permette un ascolto gradevole e interessato.
La produzione è massiccia e prorompente, ben preposta per scaturire il massimo dell’impatto e del massacro; le performance denotano sia un’estrema attitudine esecutiva che un mordace appeal negli arrangiamenti, specialmente da parte di Brandon Wilcox alle pelli che rappresenta l’elemento chiave nel sound della band…il mixing e il mastering, uniti a suoni ossessivi e taglienti, portano in avanscoperta un colosso intelligente e variegato.
E se “Decadence” tradirà una certa scarsità di carattere e forza, già da “Regression” capirete che gli Hemotoxin non intendono far prigionieri…”Minus Human”, “The Alchimist” e “Bleak Prognosis” gigioneggiano tra blast beat, death metal e parentesi progressive minimali mentre “Not Of This World” e “Forgotten Faces” si bilanciano tra sfuriate extreme e passaggi melodici cari al metal anni 80…infine, la strumentale “A Journey Through Dreams” e la conclusiva “Transparent Eyes” macinano possenti abbinando stacchi soffusi a grooves speed/thrash chiudendo il cerchio con encomio.
In un vorticoso mercato estremo dove navigano dischi fotocopia e acts clone è rassicurante trovare un combo che conosca bene il punto di partenza e che si faccia in quattro per sviluppare un messaggio personale…”Biological Enslavement” è un disco che piace anche a chi, come il sottoscritto, non è appassionato del genere in questione. Notevoli.