È da un po’ di giorni che ho in loop questo disco degli Ichor tanto per curiosità personale,visto che i precedenti lavori erano molto promettenti, tanto per il dovere di scrivere qualcosa nel merito e sono arrivato alla conclusione che questo ultimo lavoro del gruppo teutonico è il perfetto punto di collisione fra l’universo Death Metal e il Deathcore ( oggettivamente parlando il secondo rientra nel primo, ma i Deathsters in merito sono abbastanza negazionisti, a dire la verità).
Comunque, gli Ichor rientrano in quella realtà musicale fatta di gruppi dall’alto coefficiente tecnico che però non da lo sperato tornaconto economico e di audience. Questa volta il gruppo ha preferito un po’ di più lasciare da parte la tecnica in favore di maggiore concretezza, e i risultati sono ottimi questa volta.
“Depths” è un full length completo, dove la tecnica non si disperde in passaggi troppo articolati, ma poggia le proprie basi sulla concretezza di un Death metal moderno ma che nei solos di chitarra glaciali e apatici riporta la mente alle uscite più vetuste, ma con una produzione pulita e impeccabile. Gli inserti e i riff più devoti al miglior Deathcore danno immediatezza e maggior coinvolgimento, rendendo “Depths” un’uscita discografica a 360 gradi, in grado di toccare tutti i punti cardinali del metal estremo.
I blastbeat accompagnano riff di chitarra ricercati, rapidi e decisi in grado peró anche di rallentare in fraseggi più sostenuti e maestosi, ricreado atmosfrere oscure, molto vicine al genere Blackned di cui sono maestri indiscussi i Behemoth.
Le influenze del gruppo polacco sono palpabili nella maggior parte dell’album.
Non ci sono canzoni che prevalgono sulle altre; tutte sono allo stesso livello o comunque si mantengono sulla medesima linea tematica e compositiva. Il trittico composto da “Ra’iroa“, “White Giant Sleep“, “The Beasts Approach” è forse il più interessante, dove spicca fra queste la seconda citata, per i riff molto sostenuti e compatti.
Non c’è molto da aggiungere; gli Ichor non sono un gruppo conosciutissimo, ma con questo lavoro, lo spero anche personalmente,forse finalmente potranno farsi spazio facilmente in un giungla fatta di gruppi sicuramente non alla loro altezza.
“Depths” è consigliato a tutti coloro che apprezzano il metal estremo, ma che non rinunciano alla modernità e alla ricercatezza nel suono; per chi vuole che i canoni non vengano divelti, ma che allo stesso tempo non si rimanga a fare la muffa su preconcetti e ferree regole.