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JOB FOR A COWBOY – Demonocracy

Non c’è più spazio per il ‘core nella brutalità dei Job for a Cowboy. Giochi di parole a parte, l’ultimo lavoro in studio degli americani sembra essere quello della definitiva maturità, in cui la band abbandona definitivamente le facili e modaiole tentazioni deathcore degli esordi per irrobustire ulteriormente il loro sound, ora totalmente avvicinabile al brutal di Suffocation ed Origin. “Demonocracy” è un album che veramente non concede un attimo di tregua, grazie ad un uso sapiente di ritmi serratissimi ed asfissianti alternati talvolta ad assoli molto ariosi e break che servono più ad enfatizzare l’atmosfera opprimente che a fare rifiatare. L’ingresso in formazione del bassista Nick Schendzielos degli immensi (ed ancora in parte incompresi) Cephalic Carnage ha dato una spinta incredibile alla parte ritmica, che ora risulta pulsante, ricca ed articolata come non mai. Peccato solo che la batteria sia veramente iperprodotta, con dei livelli di trigger assurdi ed una precisione tale che mi ha fatto un po’ subdolamente pensare se davvero ci fosse stato un uomo dietro le pelli in fase di registrazione. Notevole anche la varietà dei brani all’interno dell’album, anche grazie ai già citati assoli che vanno decisamente a spezzare la routine; incredibile anche il livello raggiunto dal frontman Jonny Davy che riesce ad alternare sapientemente il consueto growl cavernoso ad uno screaming così tagliente da avvicinarsi quasi alla tonalità tipica del black metal. Se c’è una critica da rivolgere a “Demonocracy” è forse la sua eccessiva monoliticità, un problema che comunque affligge i Job for a Cowboy fin dagli esordi. Risulta veramente difficile reggere l’ascolto dei loro album fino alla fine, anche se in questo caso la pazienza di chi resiste viene gratificata da “Tarnished gluttony”, brano conclusivo dell’album ed a mio avviso autentico capolavoro. Dopo una mezzora abbondante di ritmi torcibudella è veramente un piacere sentire che gli americani riescono a rallentare i ritmi e costruire una canzone prossima al doom, pur mantenendo le loro caratteristiche inconfondibili. Ottima conclusione di un album pesante ma veramente interessante, che troverà riscontri decisamente positivi tra i brutal deathster un po’ più giovani. Chi invece si sveglia alla mattina “canticchiando” hammer smashed face faticherà un po’ a farsi piacere fino in fondo questo lavoro, in quanto una produzione fin troppo curata e pompata tende un po’ a coprire la genuinità della musica.

  • 7,5/10

  • JOB FOR A COWBOY - Demonocracy

  • Tracklist
    1. Children of deceit
    2. Nourishment through bloodshed
    3. Imperium wolves
    4. Tongueless and bound
    5. Black discharge
    6. The manipulation stream
    7. The deity misconception
    8. Fearmonger
    9. Tarnished gluttony

  • Lineup
    Jonny Davy. voce
    Jon Rice. batteria
    Alan Glassman. chitarra
    Nick Shendzielos. basso
    Tony Sannicandro. chitarra